Truffa ed evasione da 13 milioni. In manette imprenditore, sequestrati beni
Fabbricati, terreni, conti correnti, quote societarie ed oltre 20 automezzi, tutto per un valore che supera i 4 milioni di euro. Sono i beni che le fiamme gialle di Scalea hanno posto sotto sequestro su disposizione del Gip del tribunale di Paola.
L’indagine è iniziata quasi due anni fa, nel luglio del 2013, da parte della Procura della Repubblica della cittadina in provincia di Cosenza, ed è stata diretta dal procuratore Bruno Giordano e dal sostituto Linda Gambassi. Gli inquirenti avrebbero accertato una truffa ai danni della Regione Calabria per poco più di 900 mila euro che sarebbe stata attuata dai responsabili di una società cosentina che opera nella raccolta e nello smaltimento dei rifiuti.
Sempre secondo gli investigatori la società, attraverso l’utilizzo di crediti d’imposta (che sono ritenuti “creati artificiosamente”), con l’emissione e l’utilizzazione di fatture per operazioni considerate inesistenti e la sopravvalutazione dei beni aziendali, “anche di 5 volte il loro reale valore di mercato” spiegano i finanzieri, sarebbe riuscita a non versare all’erario imposte e contributi per un importo che supera i 13 milioni di euro. L’amministratore dell’azienda, per questi reati, è stato sottoposto ieri agli arresti domiciliari.