Droga: organizzazione africana importava cocaina, 26 arresti
Un'organizzazione africana, composta da nigeriani e originari della Tanzania, aveva messo in piedi un narcotraffico di stupefacenti, in prevalenza cocaina che importavano in Italia da diversi stati esteri grazie ai connazionali sparsi per il mondo. In manette sono finite 26 persone su richiesta del procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, della Direzione distrettuale antimafia di Roma. Sono stati arrestati 15 africani, 10 italiani e un romeno tra Roma, Napoli, Taranto, Cosenza, Latina, Palermo, Frosinone, Terni e Vibo Valentia. L'indagine e' stata avviata un anno fa dai carabinieri della compagnia San Pietro diretti dal capitano Gabriele De Pascalis. Un ruolo importante nell'organizzazione era rivestito dall'ex responsabile della comunita' tanzaniana in Italia, una donna di 45 anni, Zuhra Kirro. La donna, titolare di un call center nei pressi della stazione Termini, teneva i rapporti tra i diversi trafficanti, gestiva il denaro e distribuiva i proventi. La droga veniva importata sia dal Sud Africa che dall'Asia e dal Sud America. In prevalenza venivano ingaggiati corrieri che attraverso il sistema degli ovuli ingeriti trasportavano lo stupefacente per mille euro a rischio della propria vita. In alcuni episodi i carabinieri hanno accertato che la droga era stata nascosta nei tacchi delle scarpe. Lo stupefacente una volta giunto in Italia veniva stoccato o nella capitale oppure nella provincia di Napoli, a Giugliano, sempre grazie alla presenza di comunita' africane. Dello spaccio venivano incaricati pusher, anche italiani, in tutta Italia. Il gruppo era in grado di sottomettere i propri appartenenti grazie a riti voodoo e a credenze popolari africane. Nel corso delle indagini sono state fermate anche 32 persone sorprese a spacciare droga. "Questa operazione - ha spiegato il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo - dimostra che nel nostro paese sono radicate organizzazioni criminali di paesi stranieri soprattutto nel campo degli stupefacenti. L'Africa oggi ha acquisito un ruolo maggiore nell'ambito del narcotraffico internazionale e rappresenta un punto di partenza importante per le organizzazioni criminali per introdurre la droga in Italia".
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