Rumeno travolto e ucciso da un’auto, due arresti per omicidio preterintenzionale

Reggio Calabria Cronaca

Due cittadini rumeni, Alexandru Avram (26 anni) e Adrian Bogdan Stan (29) sono stati arrestati stamani dalla polizia di Reggio Calabria. I due uomini, insieme ad un altro soggetto che è attualmente all’estero, sono ritenuti responsabili in concorso dell’omicidio preterintenzionale di un connazionale, Fanel Tunea (all’epoca 31enne) che fu investito mortalmente da un’auto, nella notte tra il 9 ed il 10 novembre del 2013, lungo la Statale 106 Jonica.

Dalle prime testimonianze raccolte allora dalla Squadra Mobile, fu possibile ricostruire che la vittima, dopo una lite scaturita per futili motivi poco prima dell’incidente, era stato percosso brutalmente dai due arrestati che, sempre all’epoca dei fatti, sarebbero stati rispettivamente il gestore, barman e buttafuori di un locale situato nelle immediate vicinanze del luogo della tragedia.

Le indagini avrebbero portato gli investigatori a ritenere che l’investimento non sarebbe stato una tragica fatalità ma proprio una diretta conseguenza dell’aggressione subita da Tunea all’interno della discoteca. I destinatari del provvedimento restrittivo non avrebbero difatti soccorso il connazionale dopo che fu travolto dall’autovettura, sarebbero invece fuggiti immediatamente aggredendo e minacciando, in maniera grave, anche il cognato della vittima (che era sul posto) affinché fornisse alla Polizia una versione “di comodo” degli eventi scaturiti dentro il locale e, spiegano gli inquirenti, avrebbero continuato a vessarlo anche successivamente con numerose telefonate.

Al termine delle indagini, pertanto, la Procura della Repubblica ha ritenuto che la condotta di Avram, Stan e N.A.G. “posta in essere prima dell’impatto in cui ha perso la vita Tunea … fosse da considerasi prodromica al tragico evento” e, quindi, "il fatto qualificabile come omicidio preterintenzionale in concorso aggravato dai futili motivi". Dopo le formalità di rito i due stranieri sono stati messi a disposizione autorità giudiziaria e rinchiusi nel carcere di Arghillà.