Mafie: università West London, “sempre più internazionali”
Una nuova ricerca della Ealing Law School dell'Università West London ha analizzato modelli di controllo del crimine organizzato in Italia e in Inghilterra, "contribuendo a migliorare e a predisporre interventi per questo fenomeno sempre più globalizzato". Ne dà notizia la stessa università londinese sul suo sito ufficiale. A condurre la ricerca, pubblicata sullo "European Journal of Criminology", una docente di Criminologia di origine calabrese, Anna Sergi, che ha effettuato l'indagine comparativa su convergenze e divergenze delle attuali politiche anticrimine in Italia e in Inghilterra proponendo modelli di contrasto in un quadro internazionale, indagine intitolata, "Divergent Mind-sets, Convergent Policies. Policing Models against organized crime in Italy and in england within interantional frameworks".
La criminalità organizzata, si ricava dallo studio, è sempre più percepita come una minaccia transnazionale e molti paesi lottano per attuare efficaci politiche di contrasto. Nel 2013, il Ministero degli Interni inglese (Home Office) ha lanciato una nuova strategia tesa a rafforzare il sistema esistente. La ricerca della dottoressa Sergi analizza questi cambiamenti, e paragona la strategia adottata con il modello di contrasto esistente in Italia, dove la criminalità organizzata ha una storia piu' lunga a causa della proliferazione di gruppi mafiosi.
La ricerca è stata condotta attraverso interviste con rappresentanti di alto livello dell'Home Office, della London Metropolitan Police, della National Crime Agency e, in Italia delle Agenzie Antimafia, in aggiunta all'analisi dei documenti di approfondimento pubblicati dalle stesse autorità. Nell'analizzare i modelli italiano e inglese alla luce di quadri europei e internazionali, la dottoressa Sergi ha identificato le loro differenze e somiglianze a livello procedurale nonostante le differenze nei fenomeni di criminalità organizzata.
Parlando della sua ricerca, Sergi ha detto: "La globalizzazione dei mercati commerciali si riflette nell'espansione delle attività criminali transfrontaliere. Misure uniche contro la criminalità organizzata non possono funzionare perché non integrano tradizioni giuridiche e bisogni sociali locali". Secondo la nota dell'Università West London, "le forze di polizia, le compagini politiche e coloro che lavorano come ufficiali di collegamento in Inghilterra e in Italia saranno ulteriormente sostenuti attraverso tale ricerca investigativa". La ricerca si conclude, infatti, "con alcune raccomandazioni che possono aiutare le autorità che si occupano di politiche criminali, migliorando così il dialogo nella lotta contro la criminalità organizzata a livello prima di tutto statale e successivamente transnazionale". (AGI)