Nocera Terinese, denunciati in 8 e sequestrati 500 mila euro
Il gruppo della Guardia di finanza di Lamezia Terme ha eseguito, questa mattina, un sequestro preventivo di beni immobili, per un valore di circa 500 mila euro e disposto dal gip su richiesta della Procura della repubblica sulla base delle indagini svolte dai militari.
Il provvedimento ha per oggetto, fra l’altro, un immobile dove ha sede un noto esercizio commerciale adibito a “bar” di Nocera Terinese, e l’adiacente terreno di pertinenza; contemporaneamente sono state notificate ai due gestori del bar ed a sei funzionari pubblici “pro tempore” del Comune, altrettante informazioni di garanzia. Le accuse sono per tutti di abuso di ufficio in concorso; ai due imprenditori è stato contestato anche il reato di falso ideologico.
Il tutto scaturisce dalle indagini delle fiamme gialle che hanno approfondito delle anomalie - ritenute tali anche dalla magistratura - nella procedura di vendita degli immobili sequestrati oggi: gli stessi erano di proprietà comunale e l'ente li aveva alienati negli anni scorsi.
In particolare, secondo gli investigatori i pubblici amministratori “pro tempore” del comune di Nocera Terinese, insieme ai due imprenditori locali indagati, stabilendo la cessione degli immobili, avrebbero predisposto per l’alienazione una procedura che prevedeva, fra l’altro, che se i beni fossero stati acquistati dai conduttori (cosa poi avvenuta), questi avrebbero potuto richiedere la detrazione di eventuali costi sostenuti per la ristrutturazione dei cespiti; per contro, nel caso in cui il bene fosse stato acquistato da soggetti diversi da quelli che li avevano in locazione, gli stessi acquirenti avrebbero dovuto rifondere il conduttore degli eventuali costi manutentivi straordinari effettuati.
I funzionari pubblici indagati avrebbero concesso la facoltà ai locatari - in modo ritenuto abusivo dagli inquirenti - di esibire, a giustificazione dei costi di ristrutturazione, una perizia giurata in alternativa all'ordinaria documentazione contabile e fiscale.
È stata proprio questa la clausola che, anche secondo l’autorità giudiziaria, avrebbe favorito "indebitamente" gli acquirenti-conduttori (peraltro, unici partecipanti al bando di alienazione dell’immobile). Questi, infatti, in virtù delle "particolari" condizioni di vendita, sarbbero stati molto agevolati nel presentare documentazione "artefatta per asseriti, ma non riscontrati, lavori di ristrutturazione degli immobili, ottenendo - sostengono i finanzieri - l’indebita ed ingiustificata riduzione del prezzo dei beni da 300 mila euro circa a 137.763,69 euro, con un indebito 'risparmio' - a danno delle casse comunali di Nocera Terinese - di oltre 160.000 euro".
La guardia di finanza ha dovuto ricostruire cronologicamente le vicende amministrative che hanno connotato l’affidamento in locazione degli immobili a vari soggetti, succedutisi nel tempo. Inoltre, dato che tutti i locatari avevano fittato l’immobile per adibirlo ad attività commerciale, i militari hanno dovuto esaminare i documenti contabili di tutti gli imprenditori interessati per poter appurare che - di fatto - nessuno di essi avrebbe mai effettuato lavori di ristrutturazione per importi come quelli asseriti dai commercianti indagati e che hanno poi definitivamente comprato i beni.
Tra l’altro, gli acquirenti dell’immobile avrebbero documentati presunti costi di ristrutturazione non con documenti contabili e fiscali attendibili ma proprio a mezzo di una perizia giurata (permessa in modo "anomalo" dal bando comunale di vendita), risultata ideologicamente falsa sulla base delle investigazioni. Per tale ragione, agli acquirenti dei beni è stato contestato anche il reato di falso ideologico. L’autore della falsa perizia, nel frattempo, era deceduto.