Spaccio a “conduzione familiare”, sette arresti nel lametino

Catanzaro Cronaca

La polizia di Lamezia Terme, nel corso dell’operazione denominata “Drug Family”, ha arrestato stamani sette persone, alcune delle quali appartenenti allo stesso nucleo familiare, con l’accusa - a vario titolo - di spaccio in concorso di sostanza stupefacente, in particolare di eroina e cocaina.

Uno degli arrestati è anche accusato di tentata estorsione: secondo gli investigatori, avrebbe chiesto ad alcuni acquirenti di droga del denaro a titolo di risarcimento per non aver pagato delle dosi consegnategli in precedenza. L’uomo li avrebbe minacciati, in caso contrario, di gravi ritorsioni e, in alcuni casi, anche di morte.

LE INDAGINI sono partite dopo il tentato di suicidio, nel giugno scorso, da parte di un giovane lametino. Secondo gli inquirenti, qualche giorno prima, quest’ultimo avrebbe subito delle pesanti minacce di morte da parte di uno dei componenti del gruppo, già noto per precedenti specifici, che gli avrebbe chiesto del denaro (per metà relativo a precedenti forniture di stupefacente).

Da questo episodio fu avviata una mirata attività investigativa portando ad accertare come due fratelli di Lamezia, aiutati dalla loro madre, da un parente e da altri pregiudicati, gestissero “in maniera sistematica lo spaccio di eroina e cocaina” nel quartiere di Capizzaglie.


IN MANETTE sono dunque finiti i fratelli Luca e Danilo Torcasio (rispettivamente di 30 e 32 anni); la madre, Teresa Estino (58 anni); Simone Torchia, (27); Luigi Notarianni (61); Ubaldo Ciliberto (49) ed Enrico Monterosso (40). Torchia, Estino, Notarianni, Monterosso (che è residente a Tortora, nel Cosentino), Ciliberto sono ai domiciliari.

Le investigazioni sono durate quattro mesi e si sono avvalse anche della fattiva collaborazione dei cittadini che più volte avevano segnalato la presenza di giovanissimi tossicodipendenti nei pressi delle abitazioni degli indagati, specie in quella di Capizzaglie.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il giovane tossicodipendente che aveva tentato il suicidio avrebbe subito le minacce di morte da parte di Luca Torcasio. Indagando su questo fatto la polizia avrebbe scoperto che i fratelli Torcasio, insieme alla madre, avevano messo in piedi l’attività di spaccio. In particolare, Luca Torcasio, su incarico del fratello Danilo, sottoposto ai domiciliari, si sarebbe occupato della raccolta del denaro derivante dalla vendita al dettaglio dello stupefacente, spaccio che sarebbe stato curato da Torchia (cugino della moglie di Danilo), Monterosso e Ciliberto. All’approvvigionamento della droga provvedeva direttamente Danilo Torcasio che la acquistava da vari fornitori, tra cui Notarianni. Per Luca Torcasio è scattata anche la contestazione della tentata estorsione, avendo preteso in diversi casi il pagamento di somme di denaro dai tossicodipendenti.

[Aggiornata alle 12:57]