Coldiretti, successo per la manifestazione “Un giorno da allevatore”
La grande manifestazione “un giorno da allevatore” promossa nelle principali piazze italiane da Coldiretti lo scorso 6 febbraio - che in Calabria si è svolta a Cosenza in Piazza Municipio- continua a dare importanti risultati a difesa del latte italiano.
Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legge per il rilancio del settore in crisi per il crollo del prezzo alla stalla imposto dalle multinazionali quali Lactalis. Le principali novità riguardano: rafforzamento del contrasto alle pratiche sleali di mercato con antitrust, attraverso il monitoraggio dei costi medi di produzione del latte crudo da parte di Ismea; l’avvio dell’indagine conoscitiva sulla filiera lattiero-casearia da parte dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che era stata sollecitata proprio dalla stessa Coldiretti.
Le cifre, come era stato affermato a Cosenza a proposito del mercato del latte parlano chiaro, “il prezzo del latte fresco in Italia moltiplica più di quattro volte nel passaggio dalla stalla allo scaffale della grande distribuzione, con la spesa media per il latte di alta qualità che è di 1,5 euro al litro sugli scaffali ma, che oggi, viene pagato agli allevatori in media 0,37 centesimi al litro”. La metodologia di rilevazione che il Ministero intende adottare per il tramite di Ismea, è finalizzata a monitorare le variazioni di mercato improprie ai fini di un eventuale intervento dell’antitrust che, qualora dovesse riscontrare violazioni può commutare multe agli acquirenti che vengono aumentate da un minimo di 3.mila e fino a 50mila euro.
L’obiettivo è quello di correlare il prezzo del latte alla stalla ai costi medi di produzione. Altra novità è che i contratti di vendita del latte dovranno avere la durata minima di un anno secondo l’art. 62 del d.l. n.1 del 2012. Il contratto scritto deve contenere il prezzo da pagare alla consegna che può essere fisso o legato agli indicatori di mercato, ai volumi consegnati e alla qualità. Ed ancora, creazione dell’interprofessione del latte per organizzare la filiera secondo quanto avviene in Francia e in altri paesi europei, estendendo il campo di azione alla tutela ambientale e alla ricerca.
“Tali misure, rappresentano l’immediata risposta all’attuale situazione di crisi”. Da qui il commento positivo di Pietro Molinaro Presidente di Coldiretti Calabria. “L’impegno sarà pertanto finalizzato a ridurre il divario tra i costi di produzione alla stalla e il prezzo di vendita del latte, che determinano margini di reddito per gli allevatori irrisori. Altro obiettivo è quello di dare certezze in termini di sicurezza alimentare e maggiore trasparenza ai cittadini –consumatori che oggi attraverso l’indicazione obbligatoria del paese d’origine o del luogo di provenienza per il latte, possono indirizzare la loro preferenza verso il latte italiano.
In Calabria, pur in presenza di una positiva organizzazione di mercato per il latte che vede circa il 75% del prodotto gestito da un’unica OP, continuano ad arrivare dai più svariati paesi comunitari (dalla Lituania all’Ungheria oltre che dai tradizionali fornitori quali Francia e Germania) ben 36.923 quintali di cagliate (corrispondenti a 369.233 q. di latte). “Quello del prezzo del latte è un argomento che è nella nostra agenda di priorità da tempo, e ci aspettiamo grandi e positive novità dal decreto” afferma Molinaro. “Le nostre attenzioni al prezzo del latte sono da considerarsi nel rispetto del lavoro immane che compiono ogni giorno gli allevatori” calabresi per continuare a garantire l’alta qualità delle produzioni.
In Calabria, ci sono 341 allevamenti da latte titolari di quote, il 17% in meno rispetto al 2007; la produzione annua è di 614.330 quintali di latte, ma ne sono importati ben 380.000 quintali annui, il 62% della produzione regionale; in Calabria arrivano 36.923 quintali di cagliate (pari a 369.233 q. di latte). Se si sommano i dati del latte importato e quello delle cagliate per produrre formaggi si arriva ad una quantità di 749.233 quintali di latte (il 122% della produzione calabrese) più della produzione regionale. Oggi, per ogni litro di latte, solo il 17% va nelle tasche dell’allevatore. Nella nostra Regione nel comparto lattiero-caseario, con l’indotto si arriva a 1000 persone occupate con l’origine obbligatoria in etichetta su tutte le produzioni, si può quasi triplicare l’occupazione diretta e indiretta.