In Calabria settantamila occupati in meno dal 2007 al 2014
I dati Istat sull’occupazione in Calabria sono drammatici. Il numero degli occupati è passato dalle 592 mila unità del 2007 alle 522 mila del 2014. Abbiamo perso pertanto 70 mila occupati, un numero superiore agli abitanti dell’intero comune di Cosenza.
Per cercare di raggiungere almeno i livelli di occupazione del 2007 è necessario un intervento straordinario ed integrato. Bisognerebbe disporre di capitali adeguati per rilanciare intere filiere in crisi, favorire lo sviluppo delle imprese esistenti, la creazione di nuove aziende, l’attrazione di imprese, capitali e flussi turistici.
Le esportazioni delle aziende calabresi rappresentano lo 0,1% del totale nazionale e nel 2014 sono risultate in calo, per cui sull’internazionalizzazione c’è da investire sicuramente maggiori risorse.
Anche sull’attrazione di investimenti esterni si potrebbe fare di più. In Calabria, a differenza di altre regioni del Sud come la Puglia, non sembra ci sia stata finora attenzione adeguata su questo tema. Eppure nella nostra regione sono localizzate già importanti imprese esterne con sede principale in altri paesi o in altre regioni italiane.
Sono oltre 50 le imprese a partecipazione estera in Calabria, non solo la Medcenter a Gioia Tauro ma anche importanti società che operano nel settore dell’energia alternativa, del turistico, chimico, florovivaistico ed altri; e che occupano centinaia di persone.
Aziende che sono interessate a valutare investimenti in questa regione ma che dovrebbero avere referenti facilmente individuabili anche a livello regionale e territoriale. Bisognerebbe sviluppare azioni coordinate di marketing territoriale e comunicazione, tenendo conto anche delle pochissime esperienze pilota che pur sono state effettuate in questo campo in Calabria.
Monitorando i bilanci delle imprese emerge che oltre il 60% delle società di capitali con sede in Calabria, nonostante la crisi, ha chiuso il bilancio 2013 in utile. Oltre 400 società di capitali hanno avuto utili superiori a 100 mila euro in settori diversi, soprattutto agroalimentare, energia alternativa, gestione dei rifiuti, commercio all’ingrosso. In alcuni casi i tassi di crescita del fatturato sono stati a due cifre. Sarebbe bene monitorare e far conoscere alcune di queste imprese di successo anche per migliorare l’immagine della regione, dimostrando che in Calabria non c’è solo mafia ed anime nere, non c’è un deserto, ma si può investire anche con successo.
D’altra parte intere filiere come quella delle costruzioni e il suo indotto, “l’industria dell’abitare”, sono in una crisi profonda in Calabria come in tutto il Paese e c’è necessità di favorire il rilancio del settore, se si intende far crescere l’occupazione.
Anche sull’innovazione e sulla valorizzazione delle ricerche e dei brevetti delle università e delle imprese innovative si può fare di più e le esperienze positive da supportare non mancano in Calabria. Negli Stati Uniti le più grandi aziende come Apple, Google, Facebook sono nate da giovani con progetti innovativi che hanno ottenuto finanziamenti da parte di fondi di venture capital, che bisognerebbe incentivare ad investire anche in Calabria. Capitale umano, giovani laureati e brevetti interessanti non mancano di certo, come dimostrano alcuni casi di spin off e di start up di successo che sono già riuscite ad attrarre finanziamenti di venture capital.