Sbarco Crotone, fermati quattro scafisti
Quattro cittadini egiziani ritenuti i presunti scafisti dello sbarco di 203 migranti, avvenuto ieri nel porto di Crotone, sono stati fermati dalla Polizia. Un quinto scafista, minore, è stato denunciato in stato di libertà.
Le indagini condotte dalla Squadra mobile, in collaborazione con la Capitaneria di porto e la Guardia di finanza, avrebbero consentito di acquisire elementi di responsabilità a carico dei fermati anche grazie alle testimonianze di alcuni migranti.
13:10 l Gli arrestati sono: A. A., nato in Egitto nel 1992; M. A., nato in Egitto nel 1993; H. H. A., nato in Egitto nel 1992; S. A., nato in Egitto nel 1983. I 4 sono indagati in concorso per i reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
I 203 cittadini di varia nazionalità sono stati soccorsi da una corvetta della marina militare belga nelle acque internazionali del Canale di Sicilia e poi trasportati in questo capoluogo dove era stata predisposta l’ormai rodata procedura di accoglienza.
I migranti sarebbero partiti a bordo di un fatiscente peschereccio dalle coste egiziane e avvistati nelle prime ore della mattina del 29 maggio da un velivolo islandese, il quale avrebbe segnalato l’imbarcazione della lunghezza di metri 20, ad oltre 200 miglia da Capo Passero. Successivamente il pattugliatore belga “Godetia A-960”, impegnato nell’ operazione “Triton” di sicurezza delle frontiere dell'Unione europea condotta da Frontex e coordinata dal Comando Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Pratica di Mare, avrebbe avvistato il peschereccio natante dichiarando “Evento SAR” e procedendo alle operazioni di trasbordo con l’ausilio di altro pattugliatore veloce della GDF di Messina.
Ad ultimazione delle operazioni di trasbordo, reso ancora più difficoltoso a causa delle condizioni avverse delle mare forza 7, il mezzo è stato lasciato alla deriva in fase di affondamento.
Dopo tali operazioni, il pattugliatore belga si è spostato verso il porto di Crotone, dove ad accogliere i migranti era già operativo il dispositivo deputato alle procedure di accoglienza che ha visti impegnati la Polizia di Stato, la Capitaneria di Porto, la Guardia di Finanza, i Carabinieri, la Misericordia, la Croce Rossa, il 118, il Comune, le associazioni ed altro, sotto il coordinamento della locale Prefettura.
Contestualmente gli investigatori della Squadra Mobile della Questura e della Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Crotone, supportati dalla locale Capitaneria di Porto, hanno avviato approfondite e mirate attività di indagine, riuscendo ad individuare alcuni soggetti, poi identificati nei fermati. Successivamente, attraverso una capillare attività di ricerca effettuata tra i migranti, sono stati individuati ed identificati coloro i quali hanno voluto fornire dati utili al prosieguo delle investigazioni, molti di essi non avrebbero collaborato, per paura di ritorsioni ad opera di altri complici dell’organizzazione criminale che ha gestito l’evento.
Da alcune testimonianze e dal materiale acquisito è stato possibile accertare che i cittadini egiziani sopra menzionati, unitamente ad un minore degli anni 18, fratello di uno degli indagati, sarebbero stati coloro i quali avrebbero condotto, a rotazione, il natante e si sarebbero occupati più volte di ripristinare la navigazione a seguito di alcuni guasti e che, all’arrivo dei soccorsi, pare avessero provocato i danni all’impianto elettrico e allo scafo, con il preciso intento di essere quindi trasportati in Italia.
Sulla scorta delle risultanza acquisite i quattro sono stati sottoposti a fermo di indiziato di delitto e portati presso la casa circondariale di Rossano a disposizione della competente A.G., mentre il minore, deferito in stato di libertà, è stato affidato ai servizi sociali del Comune, per il successivo collocamento in struttura per l’accoglienza dei minori non accompagnati.