Crediti inesistenti: risparmia 600 mila euro di tasse, imprenditore nei guai
Avrebbe pagato meno tasse, compensando gli importi con dei crediti vantati nei confronti dell’Erario che, in realtà, si sarebbero rivelati del tutto inesistenti. Con questo sistema, in pratica, l’azienda avrebbe risparmiato ben 600 mila euro di imposte dovute.
Per questo motivo i finanzieri hanno accusato un imprenditore crotonese del reato tributario di “indebita compensazione”. Contestualmente, per tutelare il credito da parte dello Stato, è stata richiesta all’Autorità Giudiziaria l’adozione del sequestro preventivo, anche per equivalente, finalizzato alla successiva confisca.
I FATTI | I finanzieri pitagorici hanno recentemente ultimato un’attività investigativa nei confronti di una società di capitali che opera nel settore del commercio. Dagli accertamenti è emerso che l’impresa, nel corso degli anni 2013 e 2014, non ha versato le imposte dovute avvalendosi “indebitamente” della procedura di compensazione, ossia della possibilità di estinguere l’obbligazione tributaria utilizzando dei crediti vantati verso l’Erario per il pagamento dei propri debiti d’imposta.
Nello specifico, la compensazione sarebbe stata realizzata presentando delle deleghe di versamento, i cosiddetti modelli F24, nei quali, sono stati utilizzati in compensazione dei crediti Inail o Inps rivelatisi inesistenti: si riferivano difatti a soggetti che, tra l’altro, avevano cessato già da molti anni l’attività o erano stati da tempo dichiarati falliti.
Con questo meccanismo, l’impresa avrebbe dunque realizzato un indebito risparmio fiscale a spese dello Stato, dato che non ha versato quanto effettivamente dovuto. Considerata l’entità delle imposte compensate, il legale rappresentante della società sarà ora chiamato a rispondere del reato introdotto per contrastare la cosiddetta “evasione da riscossione”, legislazione che costituisce un importante deterrente contro i fenomeni di frode fiscale che creano enormi danni alle finanze pubbliche.