Cultura, il Dante di Pierfranco Bruni e Annarita Miglietta
Pierfranco Bruni e Annarita Miglietta pubblicano, in una Cartella, lo studio su Dante delle lingue e di un “vocabolario” tra antropologia e filosofia. Un originale studio sul percorso linguistico di Dante Alighieri e gli elementi di una geografia etno – antropologica costituisce il lavoro realizzato da Pierfranco Bruni (Responsabile del Progetto Etnie – Letteratura del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo) e Annarita Miglietta (Docente dell’Università degli Studi del Salento).
Proprio in occasione delle Celebrazione dei 750 anni della nascita di Dante, Pierfranco Bruni e Annarita Miglietta hanno riletto il “De vulgari eloquentia” attraverso un modulo didattico realizzando una Cartella con Schede dal titolo “Il pensiero delle lingue e le lingue nel pensiero”, su alcune direttrici di fondo: la lingua, il linguaggio, la filosofia, la presenza etnico – simbolica.
“Uno studio su lingue, linguaggio e metafora dei pensiero Dante Alighieri con il ‘De vulgari eloquentia’ (1304), trattato filosofico -linguistico, si propone, sottolinea Annarita Miglietta (Università del Salento) di rintracciare un volgare unitario, illustre, cardinale, aulico e curiale, un volgare sovra-municipale, che possa assurgere a lingua letteraria d’Italia. Il Nostro, guidato dall’esperienza e dall’intuito personale, pone le basi e anticipa gli argomenti di quello che sarà il problema centrale dell’unità d’Italia: la ricerca dell’unità linguistica e culturale, in una terra estremamente frammentata. In particolare, aggiunge, poi, nel primo libro, rivela doti di geolinguistaante litteram, quando espone il concetto relativo alla variabilità delle lingue nello spazio e nel tempo e individua le aree linguistiche dell’Europa, dell’Asia e dell’Italia”.
La Cartella è supportata da un Video che mostra un itinerario che ha valenza speculari e pedagogiche. Si tratta di uno studio al quale si pone un confronto tra una esperienza etno – antropologica (quella di Bruni) e linguistico – filologica (quella della Miglietta).
“Grazie ad una impalcatura linguistico – antropologica, afferma Pierfranco Bruni (Mibact) sempre sulla linea di una rilettura che propone il ‘De vulgari eloquentia’ come punto centrale tra le lingue della modernità e le lingue che hanno assorbito l’incontro tra Occidente ed Oriente, l’interpretazione di un poeta che resta dato nevralgico nell’ascolto delle contaminazioni apre prospettive ad un mondo che è esoterico come ha sottolineato la metafora del ‘velame’ di Pascoli.
C’è da dire che la letteratura dell’Occidente ha ben incarnato le tre vie mediterranee di Dante: la grecità - la latinità, l’islamismo, la cristianità. Ma in una lettura mediterranea, tra Zambrano e Guenon, Dante, cesella ancora Pierfranco Bruni, resta un Universo tra Occidente ed Oriente. In Dante c’è la ‘follia’ dell’irresistibile e dell’oltre e la lingua ‘volgare’, popolare, ufficiale diventa un processo tra dimensioni in cui la lingua stessa diventa un ethnos all’interno di koinè che sono vitali nella letteratura e nei processi linguistici stessi”.
Uno studio che avanza una interpretazione che intreccia la tradizione letteraria su Dante con uno scavo particolareggiato sul Dante esoterico, filosofo e costruttore di una visione in cui lingua e pensione reggono la visione mitico – simbolica di un intreccio culturale tra Occidente ed Oriente. Si tratta di un lavoro che si innerva nella dialettica dei processi letterari contemporanei in cui Dante, oltre le letture consolidate, rappresenta il viaggio nella cultura dell’esistere. Lo studio è parte integrante del Progetto Etnie del Mibact curato da Pierfranco Bruni.