‘Ndrangheta nel crotonese: 30 anni al boss “Mano di gomma”
La Corte d’Assise d’appello di Catanzaro ha concluso oggi, con tre condanne ed una conferma di assoluzione, il processo di secondo grado nei confronti di altrettanti presunti affiliati alle cosche della ‘ndrangheta del crotonese. Una condanna a trent'anni di carcere è stata emessa per Nicolino Grande Aracri, alias “Mano di gomma”, ritenuto il boss di Cutro. L’uomo era stato assolto nella sentenza di primo grado, emessa nel luglio del 2012.
Confermata invece l’assoluzione per Ernesto Grande Aracri, fratello del presunto boss. I giudici hanno invece condannato a 25 e 30 anni di reclusione Salvatore Nicoscia e Vito Martino. Gli imputati sono coinvolti nell’inchiesta "Scacco matto", e sono accusati di essere coinvolti a vario titolo in cinque omicidi avvenuti alla fine degli anni Novanta nel territorio crotonese, durante lo scontro tra gruppi contrapposti della ‘ndrangheta per il controllo del territorio.
Tra gli omicidi ci sono anche quello Antonio Simbari, compiuto il 22 settembre 1999 a San Mauro Marchesato, e il duplice omicidio di Franco Arena e Francesco Scerb, avvenuto il 2 marzo 2000 a Isola Capo Rizzuto. Il “boss” Nicolino, per gli inquirenti, sarebbe a capo della nuova "Provincia" di 'ndrangheta, sarà interdetto in perpetuo dai pubblici uffici.
Il pm della Dda di Catanzaro, Pierpaolo Bruni, aveva chiesto la condanna degli imputati all’ergastolo.