Danni da fauna selvatica: la Cia pronta a mobilitare gli agricoltori

Vibo Valentia Attualità

Questa mattina, una delegazione di agricoltori e dirigenti della Confederazione Italiana Agricoltori Provincia Calabria Sud (Reggio C. – Vibo Valentia), guidata dal vicepresidente vicario Nicola Monteleone, ha consegnato alla Prefettura di Vibo Valentia l’ordine del giorno approvato dalla Direzione nazionale del 23 giugno scorso, nel quale si sollecita un intervento immediato da parte delle Istituzioni per far fronte all’emergenza dei danni provocati dalla fauna selvatica all’agricoltura.

“Una situazione insostenibile - scrive Nicola Monteleone - su tutto il territorio nazionale, si legge nella parte introduttiva del documento, quella provocata nelle campagne per effetto dei danni relativi alla presenza di specie alloctone e invasive, ungulati e selvatici predatori. Le imprese agricole ormai da anni sostengono numerose spese e subiscono danni non risarciti. L’esasperazione degli agricoltori, alle prese anche con il pericolo per la loro incolumità fisica, ha raggiunto livelli assai elevati. Sulla base di tali premesse, la Confederazione Italiana Agricoltori ha deciso di avviare una serie di iniziative per intraprendere un percorso efficace di risoluzione della problematica.

Innanzitutto chiedendo l’impegno da parte del Parlamento e del Governo ad adottare, ciascuno nell’ambito delle competenze di merito, “provvedimenti legislativi e attuativi che consentano la limitazione/gestione delle specie, in relazione alla capacità del territorio di sostenere la loro adeguata presenza nella logica della coesistenza sostenibile”.

Accanto a ciò, alle Regioni e agli Enti locali, la Cia chiede “interventi adeguati di abbattimento selettivo finalizzati all’effettivo controllo della massiccia presenza delle specie alloctone e invasive, degli ungulati e dei selvatici predatori che stravolgono l’equilibrio naturale e produttivo”. Infine, ma non meno importante, la richiesta di un ristorno di fondi che sia realmente commisurato alle perdite causate alle imprese agricole per effetto dei danni da fauna selvatica.

La Direzione Nazionale della Cia rivolge inoltre alle Associazioni venatorie ambientaliste e animaliste l’invito a considerare “con maggiore attenzione e disponibilità le ragioni degli agricoltori”, la cui sostenibilità economica è funzione della produzione agricola e delle attività di allevamento. Se il loro reddito sarà tutelato dai danni provocati dalla fauna selvatica, gli agricoltori, attraverso lavoro e impegno quotidiano, potranno continuare a svolgere quel ruolo fondamentale che li contraddistingue dalle altre attività economiche, in termini di mantenimento della biodiversità agraria e della tutela ambientale-paesaggistica.

Si richiedono urgenti ed efficaci risposte ai Ministeri e Istituzioni competenti (Ministero dell’ambiente, ISPRA, Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali), recita la parte conclusiva dell’ordine del giorno, in assenza delle quali la Confederazione Italiana Agricoltori è pronta a mobilitarsi su tutto il territorio nazionale. Anche nella Provincia di Vibo Valentia questa situazione sta causando gravissimi danni e problemi alle colture agricole; la diffusissima presenza degli ungulati sta radicalmente cambiando l’indirizzo produttivo delle aziende e portando all’abbandono, da parte degli agricoltori, della coltivazione di molti terreni. I cinghiali, la cui specie è inserita tra le 100 aliene più dannose al mondo, possono essere portatori di malattie infettive e parassitosi di varia natura (brucellosi, tubercolosi, trichinosi e zoonosi di varia natura) derivanti dall’eccessiva popolazione, perciò chiediamo di intervenire per salvaguardare le condizioni sanitarie del settore zootecnico con riferimento alle malattie infettive. A ciò si aggiunge il fatto che le scorrerie dei cinghiali provocano gravi danni dissestando il territorio ed alterando l’assetto idrogeologico.

Negli anni, per soddisfare le richieste provenienti dal mondo venatorio, da parte dell’Amministrazione Provinciale di Vibo Valentia è stata effettuata una immissione di esemplari alloctoni aventi dimensioni e prolificità molto alti senza alcun piano di contenimento, in un territorio, quello vibonese, dove il cinghiale non è mai esistito, mettendo così in ginocchio le aziende agricole. La situazione fino ad oggi è stata sottovalutata dalle Istituzioni.

La responsabilità maggiore ricade sull’Amministrazione Provinciale che negli anni ha gestito in modo non adeguato questa problematica, con il piano di gestione messo in campo negli ultimi tre anni totalmente inefficace e chiusa ad ogni tipo di concertazione con le organizzazioni agricole. Ora con il passaggio delle deleghe sulla caccia alla Regione Calabria auspichiamo che ci sia un immediato intervento risolutivo.

Da anni questa Confederazione costantemente sollecitata ed incalzata dagli agricoltori, più volte ha richiesto, anche in modo unitario, interventi radicali per la soluzione della problematica senza ottenere risultato alcuno, pertanto urge un drastico intervento di eradicazione totale della specie nelle zone a vocazione agricola. La zona più flagellata è quella del bacino dell’Angitola con i comuni più colpiti: Maierato, Pizzo, Sant’Onofrio, Stefanaconi, Filogaso, Monterosso e limitrofi, della Valle del Mesima e delle Serre.

I territori ricadenti nel Parco Regionale delle Serre che si estende per 9227 ettari e dell’Oasi del Lago Angitola che si estende per circa 900 ettari o limitrofi ad essi, dove manca la gestione della fauna e vige il divieto di caccia, si trasformano in rifugi per gli ungulati, pertanto è necessario un intervento urgente e radicale anche in queste zone. I danni arrecati alle colture generano forti e diffusi malcontenti nel mondo agricolo, per il quale il risarcimento economico non può essere considerato la soluzione sufficiente a compensare il mancato raccolto, frutto del proprio lavoro.

Gli agricoltori non possono più andare avanti così, con l’incertezza delle proprie produzioni, l’ansia quotidiana di vedere vanificato il proprio lavoro e gli investimenti produttivi, per poi sentirsi dire che gli eventuali danni gli saranno risarciti solo se ci sono i soldi! Non si scherza sulla pelle di chi lavora e di chi col proprio lavoro vive!! Tale situazione provoca tensioni che possono culminare con azioni al limite della legalità.

Sono anni, ormai, che sollecitiamo interventi adeguati per far fronte ai danni provocati dai cinghiali, anni in cui sono stati convocati più volte da parte del Prefetto e della Provincia di Vibo Valentia tavoli e riunioni promettendo sempre interventi, anche straordinari, che puntualmente non sono mai arrivati. Pertanto si ribadisce che se nell’immediato non si attiveranno azioni atte a risolvere questa problematica, come prima azione si procederà ad una mobilitazione generale e continuativa del mondo agricolo”.