Immigrazione. Commissione parlamentare: superare il modello dei grandi Cara
Si è conclusa nel pomeriggio di martedì, con un incontro con i giornalisti svoltosi nella Prefettura di Crotone, la due giorni della delegazione della Commissione di inchiesta sul sistema di accoglienza, identificazione e trattenimento dei migranti, presieduta da Gennaro Migliore.
Insieme al presidente, i commissari Maria Lucia Lorefice, Gregorio Fontana e Paolo Beni, reduci dal sopralluogo effettuato nel Cara di Mineo, in Sicilia, e in altri centri: lo scopo è di verificare le criticità segnalate e, dunque, riferire al Governo proponendo eventuali soluzioni.
Lunedì la Commissione è entrata nel Cara Sant’Anna di Isola di Capo Rizzuto, il secondo più grande d'Italia e che ospita, insieme agli Sprar, la metà degli immigrati presenti in Calabria.
Il sopralluogo è proseguito presso la stazione ferroviaria, dove sono accampati - in condizioni precarie - circa 100 migranti; successivamente, hanno audito il prefetto, il questore, le forze dell'ordine ma anche i sindaci di Crotone e Isola Capo Rizzuto, insieme alle organizzazioni di volontariato, il presidente della Commissione territoriale e il Sostituto Procuratore della Repubblica di Crotone, per verificare l'impatto di una presenza così massiccia di immigrati sul territorio.
La conclusione dei commissari è che nel cara S.Anna la situazione è in miglioramento, sia dal punto di vista infrastrutturale, con l'eliminazione dei container che ospitano gli extracomunitari, sia per quanto riguarda la questione dibattuta dei cosiddetti “pocket money”, con l'introduzione delle ricevute rilasciate dall'ente gestore.
Restano forti invece le criticità sul modello di accoglienza dei grandi centri, quelli cioè che ospitano oltre le mille persone; nonché il sulla necessità di sveltire le procedure sia per il rilascio che per il loro rinnovo dei permessi.
Assolutamente critica, invece, è stata definita la situazione della stazione, con i componenti della commissione che hanno invitato le istituzioni ad adoperarsi affinché le persone che vi dimorano, tra cui due bambini, abbiano al più presto i servizi minimi essenziali per una vita quanto meno dignitosa.