Aggredito avvocato a Crotone, reazione dell’Anf

Crotone Cronaca

Aggressione ai danni dell’avvocato Gino Andrea Covello, avvenuta in pubblico, in pieno giorno, davanti a testimoni, nei pressi dell’Ufficio del Giudice di Pace di Crotone. A darne notizia Vincenzo Medici, segretario Associazione nazionale forense di Crotone.

"Abbiamo appreso - continua la nota dell'Anf - altresì, che il collega aveva già manifestato alle autorità competenti le proprie preoccupazioni, per avere ricevuto numerose minacce esplicite alla propria incolumità fisica e della sua famiglia. Abbiamo appreso, ancora, che pochi giorni prima di venire selvaggiamente picchiato, il nostro Collega aveva ricevuto la notifica del rigetto – senza istruttoria – delle proprie richieste di tutela".

"Se tutto ciò dovesse trovare conferma ancora una volta ci chiediamo: quante aggressioni, quanti attentati, quante intrusioni violente negli studi legali, quante auto danneggiate dobbiamo ancora attendere? Quanti ricoveri in ospedale di avvocati feriti, se non altro,prima che si adottino adeguate contromisure?Il gravissimo episodio conferma ancora una volta il livello di tensione che serpeggia nella comunità di cui facciamo parte, ma soprattutto conferma la scarsa e ormai perduta considerazione che si ha dell’avvocato, anche da parte delle istituzioni, che non viene più visto come colui che si pone al servizio della collettività, ma come un soggetto da colpire, sempre e comunque, con tutti i mezzi, leciti ed illeciti".

"Dunque, dopo l’ennesima aggressione - proseguono dall'associazione - siamo fermamente convinti che l’Avvocatura non possa rimanere inerme dinanzi a simili manifestazioni di inaudita violenza e che vi sia la necessità che gli organi competenti non lascino passare nel silenzio un episodio di tale gravità. L’Associazione Nazionale Forense, sezione di Crotone, esprime la più ampia vicinanza e solidarietà al collega colpito, non solo fisicamente, ma sicuramente anche moralmente e auspica che vengano al più presto accertate le responsabilità, penali e non, sia di chi ha compiuto tale inqualificabile gesto, sia di chi – avendone il potere ed il dovere – nulla ha fatto per impedire che tutto ciò accadesse".