Confindustria Vibo: “Dopo le analisi arriveranno le proposte?”
"I commenti ai dati Svimez hanno occupato in questi giorni intere pagine dei quotidiani, complice forse la scarsa presenza di notizie in questo strano inizio del mese di agosto o forse (ed in questo caso, peggio) perché molti dei commentatori non conoscevano, prima della presentazione dello studio, la reale situazione economica di questo nostro Sud?". E' quanto si legge in una nota della Confindustria Vibo.
"Indipendentemente - continua la nota - dai motivi che spingono a commentare i dati, appare chiaro il bisogno di confrontarsi e di ricercare soluzioni, quelle possibili, ovviamente, in maniera costruttiva e collegiale.
Non crediamo che i commenti, seppur qualificati e legittimi, da soli possano spostare anche solo di un centimetro la questione in avanti.
Se di passo in avanti bisogna parlare, di spinta nella soluzione di questioni piccole e territoriali prima, e di formulazione di una piattaforma più “alta” e lungimirante poi, allora abbiamo il dovere di sederci intorno ad un tavolo, parlare e decidere.
La navigazione in solitaria non ha prodotto alcun effetto e, al di là della situazione generalizzata di un Sud in forte affanno, esiste un “caso Vibo”. Una situazione ancora più asfittica e incancrenita in questa Calabria che brucia occasioni ed opportunità ogni giorno.
Abbiamo tutti il dovere di ascoltare e di comprendere le ragioni degli altri, ma è anche giunto il momento di produrre un minimo contributo pratico alla soluzione delle questioni.
Crediamo che questo possa avvenire, nel pieno rispetto delle differenti identità e dei ruoli, passando per un momento concertativo e partecipativo alle decisioni che devono essere frutto di una piena condivisione.
Portiamo ad un tavolo di confronto le differenti visioni e tesi, svisceriamole sino allo sfinimento ma poi, prendiamo, con responsabilità, una decisione.
Gli imprenditori sono pronti a fare rete ed a costruire una proposta con tutti i soggetti che vorranno assumere l’impegno di cimentarsi.
Non abbiamo timore di metterci in discussione e siamo aperti al confronto, purchè, esaurito il doveroso percorso di analisi si passi celermente a quello della proposta non generica ma strutturata sul chi, cosa e come fare in tempi certi e con il contributo ben delineato di ciascuno, senza campanilismi e appartenenze".