La nati-mortalità delle imprese artigiane del crotonese
Il secondo trimestre dell’anno registra un saldo tra iscrizioni e cessazioni di imprese artigiane di meno 11 unità. A determinarlo hanno concorso 58 cessazioni di imprese esistenti, a fronte di 47 iscrizioni di nuove imprese; non si registrano cancellazioni d’ufficio.
Analizzando la forma giuridica, in termini assoluti il saldo negativo è da ascrivere alle ditte individuali che perdono 11 unità, facendo registrare un tasso di sviluppo negativo pari a -0,46% ed alle società di persone che perdono 1 unità, facendo registrare un tasso di crescita negativo pari a -0,27%. Tengono le società di capitali, che fanno registrare un saldo di 2 aziende ed un tasso di sviluppo pari all’1,85%. Nessuna variazione invece per le altre forme (sostanzialmente consorzi e società cooperative.
Le attività artigiane della nostra provincia rimangono rappresentate prevalentemente da Ditte Individuali, che sebbene registrino un tasso di sviluppo negativo ed in netta diminuzione rispetto all’anno precedente, rappresentano ben l’84,5% del tessuto imprenditoriale artigiano dell’intera provincia. A seguire, le società di persone (12,1% del totale); in aumento le società di capitali, che rappresentano il 3,6% delle imprese. Irrilevante la percentuale delle altre forme giuridiche.
“L’andamento delle imprese artigiane nel secondo trimestre è abbastanza stabile, con un esiguo saldo negativo – è il commento del Presidente dell’Ente camerale Alfio Pugliese – tuttavia assistiamo ad un consolidamento della struttura demografica attestato dall’aumento delle società di capitali che, anche nel settore artigiano, è indice di maturità imprenditoriale e di conseguenza di sviluppo del territorio”.
Il saldo negativo è da imputare alla contrazione dei principali settori dell’artigianato: le Costruzioni che perdono 9 unità; le Attività dei servizi di alloggio e ristorazione meno 3 unità; le Attività Manifatturiere, Agricoltura e Trasporto e magazzinaggio perdono 2 unità; Servizi di Informazione e Istruzione registrano meno 1 unità. Saldi positivi, seppure estremamente contenuti lo registrano le Altre attività di servizi (+5 imprese); noleggio, agenzie di viaggio (+2 unità). Sostanzialmente stabili i restanti comparti.
A prevalere sono le imprese che operano in attività di tipo tradizionale ed in particolare, il 36,9% nelle costruzioni; il 25,3% degli imprenditori artigiani opera nel settore manifatturiero, l’11,7% in altre attività di servizi; l’8,7% nel commercio; il 6,7% nel trasporto e immagazzinaggio; il 5,1% nelle attività dei servizi di alloggio ristorazione. Esigua la percentuale degli altri settori.