Operazione “Epilogo”: il video degli arresti e le intercettazioni

Reggio Calabria Cronaca

Blitz dei carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria e del Ros per l'esecuzione di 22 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di persone accusate di essere affiliate alla cosca Serraino. Quattro di loro sarebbero gli autori dell'attentato del 3 gennaio scorso contro la Procura generale di Reggio Calabri, per questo hanno anche ricevuto un'informazione di garanzia dalla Procura di Catanzaro. Antonino Barbaro, 24 anni; Felice Lavena (28); Ivan Valentino Nava (25) e Nicola Pitasi (31): sono i quattro indagati per l'attentato. Nei loro confronti la Dda di Catanzaro ha anche emesso i decreti di perquisizione nel corso dei quali è stato trovato lo scooter che sarebbe stato utilizzato per compiere l'attentato. Il movente dell’attentato dinamitardo sarebbe stato legato ai contrasti interni all'ufficio e a una reazione dei Serraino alla decisione presa dal procuratore generale Salvatore Di Landro di revocare alcuni fascicoli al sostituto Francesco Neri. Nel provvedimento, emesso dal gip di Reggio Calabria su richiesta della Dda reggina, si contesta il reato di associazione per delinquere di tipo mafioso finalizzata ad estorsione aggravata, danneggiamento e minaccia aggravata, porto e detenzione abusiva di armi, intestazione fittizia di beni ed oltraggio. L'operazione, denominata ''Epilogo'', ha consentito di individuare, secondo quanto hanno riferito i carabinieri, una componente organica della cosca Serraino, operante nel quartiere San Sperato di Reggio Calabria e nel comune di Cardeto, di definirne gli interessi criminali e di fare luce su alcuni fatti delittuosi compiuti sul territorio. E tra questi c'e' l'intimidazione compiuta il 5 febbraio scorso ai danni di Antonino Monteleone, al quale fu incendiata l'automobile, parcheggiata nei pressi della sua abitazione. La Dda ha anche disposto il sequestro di beni mobili, immobili e attività commerciali per un valore di un milione e mezzo di euro che erano nella disponibilità della cosca Serraino. Decisive ai fini della riuscita dell’operazione le intercettazioni che hanno dato il via alle indagini.

"La sai fare tu?". "Che cosa?". "Questa cosa qua con la bombola di gas". E' la conversazione intercettata dai carabinieri tra due degli indagati per la bomba esplosa il 3 gennaio scorso davanti alla procura di Reggio Calabria che conferma, secondo inquirenti, il coinvolgimento nell'attentato non solo dei due soggetti ma di buona parte di quella che gli stessi investigatori definiscono la "nuova generazione" della cosca Serraino. Il dialogo avviene tra Nicola Pitasi e Ivan Nava all'interno della Fiat 600 del primo, il 5 febbraio del 2010, dunque un mese dopo l'attentato. Per gli investigatori Pitasi è l'uomo che fornisce alla cosca le informazioni per costruire gli ordigni; a Nava spetta invece la "gestione operativa" delle azioni da compiere, decise dal gruppo dirigente. Ecco il dialogo tra i due, registrato poco dopo mezzanotte. NAVA: "e la sai fare tu?" PITASI: "che cosa?" N: "questa cosa qua con la bombola di gas". P: "e pare che devi fare che? prendi la bombola e la...la lasci aperta" N: "eh! e poi?" P: "e basta e la accendi, che sia vuota pero" N: "la accendi là" P: "no..." N: "uh" P: "...scoppia subito" N: "scoppia subito e ti fai male" P: "apposta" N: "lo devi fare da lontano...certo che se ti scoppia una bombola del gas" P: "...no è pericoloso..." N: "da dove...da qua a là?" P: "quando noi lo facevamo, io ed un altro ragazzo...con il telecomando del cancello" N: "e come l'avete fatta?" P: "abbiamo preso un coso...che faccia scintillla, da lontano, nella fiumara, ed all'epoca ha buttato giù il muro della fiumara, perché la bombola era vuota". La partecipazione di Pitasi all'attentato emerge, sempre secondo gli investigatori, anche da un'altra intercettazione. Stavolta il dialogo è del 4 febbraio e a parlare sono lo stesso Pitasi e Antonino Barbaro, un altro degli indagati alle dirette dipendenze del leader della nuova generazione della cosca Serraino. Anche questa conversazione avviene in auto e, scrivono i carabinieri, evidenzia sia il fatto che "Barbaro conosce gli autori dell'attentato" sia che Pitasi, "rispondendo con brevi esclamazioni e cambiando completamente discorso" dimostri il suo "particolare disagio" a sentir parlare dell'attentato. Ecco la conversazione. BARBARO: "lo sai che forse hanno individuato a quelli là che hanno messo la bomba...alla procura?". PITASI: "eh!" B: "quello la non era una femmina, un travestito era, si è travestito da femmina un maschio era. Mannaja i pighiunu (mannaggia li prendono)! Ora l'ho visto sul giornale, u purtava u giornale..." P: "chi c'era?" B: "no, non dicono, non dice i nomi, dice che...il motorino...eh...la femmina è un maschio, si è messo la parrucca, i cosi, ora sicuramente un giorno due giorni li prendono, se non li hanno presi...".