Cimino e Pedace, infrastrutture ioniche: territorio in totale isolamento
"Passano gli anni e il problema “infrastrutture” rimane inesorabilmente la ferita profonda di un territorio che ancora oggi versa nel più totale isolamento, scrutato solo da lontano da chi continua a decantarne potenzialità e risorse inespresse senza però spendersi al fine di mettere in campo politiche mirate, interventi sostanziali, logiche serie appositamente applicate per sopperire a questo gap che diventa sempre più incolmabile". E' quanto scrivono i Consiglieri Comunali della città di Crotone Manuela Cimino e Enrico Pedace.
"E mentre - continua la nota - il resto della nazione viaggia “ad alta velocità”, c’è una ridente e soleggiata regione che pur brillando resta ferma al palo, spettatrice silente di un progresso che pare non interessarla minimamente nonostante l’inclinazione naturale che la caratterizza.
Esiste una costa, all’interno di questa regione, che prende il nome dal mare che la bagna: “costa ionica”; e la nostra provincia, Crotone occupa una parte consistente e dal fascino indiscutibile di questo territorio lasciato al proprio destino.
Eppure se ne parla da sempre; si ipotizza, si pianifica ma alla fine si concretizza il nulla.
Statale 106 ionica, Aeroporto, Porto, Ferrovia, sono i grandi temi che negli anni hanno investito la provincia pitagorica; grandi temi e soprattutto grandi problematiche ma sappiamo che, chi guarda al futuro con ottimismo e lungimiranza, laddove persiste la problematica, vede inevitabilmente l’opportunità.
Per quanto riguarda la strada statale 106 “Jonica”, si parla da tempo del Megalotto 9: Crotone aeroporto - Mandatoriccio. L’intervento riguarda la realizzazione della nuova SS 106 Jonica a 4 corsie nel tratto tra Crotone Aeroporto e Mandatoriccio (Cariati) per circa 71 km complessivi.
Per questo progetto preliminare, al momento non ancora finanziato, sono stati acquisiti i pareri del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Ministero dell’Ambiente.
Questi dati, specchio dell’arretratezza dell’infrastruttura, spiegano solo in parte l’alto tasso di incidentalità presente su quella che purtroppo è diventata nota come la “strada della morte”; una vera strage che si ripete ogni anno senza che nessuno intervenga in modo deciso.
Non basta una “messa in sicurezza” per rendere giustizia a questa parte di territorio calabrese; un territorio che ha tutte le potenzialità per un deciso sviluppo turistico, minato però alla base dall’impossibilità di mobilità interna.
Anni fa si parlava di disegnare una nuova “strada costiera”. Al Ministero dei Lavori Pubblici il progetto pare essere già pronto; un disegno esaltante che porterebbe a progettare una nuova Calabria. Ma il progetto è rimasto sulla carta; i sindaci dei territori interessati, ad oggi non hanno messo nemmeno i terreni a disposizione della nuova arteria.
La risposta alle nostre domande sul perché questo progetto non ha mai preso il via, è sempre la stessa: “non ci sono i soldi”, “costa troppo”.
Non crediamo ci possa essere un costo troppo elevato se questo riguarda il futuro di un’intera regione.
Ma vediamo la situazione di un altro grande tema di discussione, altro grande potenziale volano di sviluppo economico e turistico: il porto.
Il porto di Crotone è un’infrastruttura marittima strategica non solo per la costa ionica ma per tutta la Nazione. La sua posizione, proprio al centro del mar Ionio, lo rende utile a tutti i tipi di imbarcazioni in transito: dal mercantile, alle navi da crociera, fino a giungere alle imbarcazioni da diporto.
Oggi il porto di Crotone sta cercando un nuovo sviluppo e sono in tanti, e non solo gli operatori portuali, a guardarvi con estremo interesse.
La città, dopo decenni di industria pesante e soprattutto dopo la crisi industriale degli anni 90, ha cominciato a cambiare la sua ottica; e quello che per tutto il ‘900 è stato più che altro un “bel panorama” oggi diventa una grande opportunità.
Ma per delineare il potenziale sviluppo del porto, occorre un nuovo piano atto a regolamentare tutte le attività portuali; un piano atteso ormai da più di trent’anni.
Il P.R.P. (Piano Regolatore Portuale) rappresenta lo strumento per consentire una crescita ordinata del porto ed uno sviluppo urbanistico razionale. Tale strumento stabilisce l’ambito e l’assetto complessivo del porto, ivi comprese le aree destinate agli scali Industriali, commerciali e passeggeri, l’attività cantieristica e della pesca, le infrastrutture stradali e ferroviarie.
Crotone ha tutte le carte per poter diventare una delle “marinerie” più importanti del mediterraneo. Il porto industriale, ristrutturato e ridisegnato potrebbe essere il luogo adatto ad ospitare le attività di diporto per imbarcazioni di media e grande dimensione e la cantieristica navale (capitolo che potrebbe svilupparsi a parte, sfruttando l’ex area industriale di Crotone, oggi soggetta ad attività di bonifica).
Per non dimenticare l’attività crocieristica; solo negli ultimi anni Crotone è diventata meta delle compagnie crocieristiche, con una crescita esponenziale che vede raddoppiare ogni anno il numero dei passeggeri.
Ritardi inaccettabili quelli che riguardano questa struttura, ritardi dovuti anche alla cecità di chi ha predisposto una bozza del PRP senza aver minimamente messo in piedi un’azione di confronto con le realtà che vivono il porto.
Piaga dolente anche il “porto vecchio” che oggi è un porticciolo turistico quasi insabbiato.
Il suo ingresso non viene dragato da più di vent’anni ed oggi risulta profondo, 3 metri nella parte migliore e 0,5 metri in quella più sfavorevole. Come può un porto espandersi e crescere se la sua imboccatura è percorribile a piedi?
Occorre dare immediata esecuzione al progetto di messa in sicurezza del porto vecchio e dare continuità alla definizione del nuovo PRP, recependo le osservazioni degli operatori portuali.
Il tema aeroporto è sicuramente allo stato attuale il più caldo e il più “attenzionato”.
La provincia di Crotone quest’estate ha registrato il 30% in più di presenze turistiche e vista l’inesistenza di una politica di marketing territoriale o di semplice promozione del territorio, è evidente che la maggior parte dei risultati è dovuta proprio alla presenza dello scalo cittadino e alle politiche di costo applicate da Ryanair.
L’aeroporto pitagorico è oggi il primo in Italia per tasso di crescita (dati Enac primo semestre 2015), con sole tre rotte attive, di cui una non quotidiana ma tre volte a settimana.
I numeri sono impressionanti (quasi 200.000 passeggeri già raggiunti), con un coefficiente di riempimento pari quasi al 90%. Dati che dovrebbero incentivare gli investimenti sul nostro aeroporto ed invece succede tutto il contrario. La società di gestione è in procedura di fallimento e se non si riesce a trovare una soluzione immediata che porti o al rifinanziamento della curatela fallimentare o alla creazione di una New Co, il 31 ottobre lo scalo verrà chiuso.
Regione e Comune sono oggi impegnati a cercare di salvare l’aeroporto, unica infrastruttura presente che evita il totale isolamento del territorio e se il 31 ottobre lo scalo dovesse cessare la propria attività, Crotone e la costa ionica sarebbero praticamente irraggiungibili e quindi cancellate da qualsiasi possibilità di crescita futura.
Occorre che il Governo e la Regione passino dal piano di salvataggio a vere e proprie politiche di sviluppo dell’aeroporto di Crotone, reale opportunità e principale porta turistica per la costa ionica calabrese.
Chiudiamo con l’ultimo grande nodo da sciogliere ossia quello riguardante il tema ferrovia.
Per capire bene lo stato del traffico sui nostri binari, bastano poche istantanee.
La linea ionica calabrese è una linea a un binario solo, non elettrificata e con la presenza ridotta al minimo di treni di lunga percorrenza; in poche parole un binario morto su cui ogni tanto viaggiano alcune “littorine”.
La sola soluzione possibile al fine di vedere viaggiare i treni anche sui nostri binari come succede nel resto della nazione, sarebbe un investimento infrastrutturale mirato all’elettrificazione dell’intera linea ionica (da Reggio Calabria a Sibari).
Non dimentichiamo che, strettamente connessa al rilancio dell’infrastruttura aeroporto, vi è un’ipotesi progettuale da tempo oggetto di discussione, ossia una linea di “metropolitana di superficie” che colleghi Sibari a Crotone, così da incentivare l’utilizzo dello scalo crotonese e contestualmente decongestionare la 106. Il progetto in teoria dovrebbe già essere inserito nell’agenda Calabria 2014 - 2020.
A quanto pare non mancano i buoni propositi ma questi devono essere necessariamente accompagnati dalla volontà di realizzarli e pertanto dalla concretezza delle azioni.
È per questo che oggi più che mai chiediamo a tutti i soggetti interessati e soprattutto a chi detiene il potere decisionale, di dare finalmente il via a tutti i processi già delineati e avviarne nuovi finalizzati ad una reale crescita da tutti i punti di vista; è giunta l’ora di dare la giusta dignità ad un territorio troppe volte dimenticato".