Presentato il nuovo spettacolo firmato da Adriana Toman “Mio cognato Mastrovaknich”
E’ stato presentato, ieri, il nuovo spettacolo firmato da Adriana Toman “Mio cognato Mastrovaknich” nella sala convegni della Fondazione Europa Mezzogiorno Mediterraneo a Cosenza. Una pièce inedita scritta da Ciro Lenti, regia di Adriana Toman e interpretata da Marco Silani e Paolo Mauro. Una produzione dell’associazione culturale “Arciere”, distribuita dalla Fondazione Lilli Funaro Lilli e patrocinata dall’Arcigay di Cosenza, Reggio Calabria e Catanzaro.
Nel corso dell’incontro è stato presentato lo spettacolo che debutterà domenica 18 Ottobre negli spazi del nuovo auditorium di Tarsia, alle ore 18.30.
Alla conferenza stampa presenti: Adriana Toman, regista; Ciro Lenti, autore; gli attori Marco Silani e Paolo Mauro ed Ernesto Funaro della Fondazione Lilli.
“Ho voluto fortemente portare in scena questo testo – spiega la regista Toman – uno spettacolo che racconta una bella pagina della solidarietà calabrese. Un luogo, Ferramonti, troppo spesso dimenticato dalla grande storia. Da questo spettacolo emerge la grandezza d’animo del popolo calabrese. Un viaggio che conduce gli spettatori in una progressiva metamorfosi dei due personaggi e che sottolinea il valore dell’accoglienza”.
“Mio cognato Mastrovaknich” Anno 1943. Nel campo di concentramento di Ferramonti, Uccio, un giovane fabbro del luogo, condannato per reati comuni, viene rinchiuso per errore nella baracca degli omosessuali (che a quel tempo venivano perseguitati quali “nemici della razza”). Il giovane è decisamente preoccupato perché teme che nel paese possano diffondersi voce calunniose che mettano in discussione la sua virilità. In cella conosce Mastrovaknic, un professore polacco, da tempo in Italia. Il rapporto fra i due è all’inizio decisamente conflittuale, soprattutto a causa dei pregiudizi di Uccio.
“Sarà uno spettacolo dalle atmosfere anche molto divertenti – racconta l’autore Lenti – Uccio racchiude i pregiudizi e i preconcetti di una cultura rurale. I due personaggi si scontreranno e poi incontreranno superando le barriere culturali che li separavano. Ho tentato di scrivere un atto d’amore verso le donne e un atto verso la diversità”.
Le prossime date in programma saranno il 22 Ottobre a Diamante e il 30 Ottobre al Piccolo Teatro dell’Unical.
“Presenteremo la pièce all’interno di un cartellone di eventi che promuoviamo – afferma Funaro della Fondazione Lilli – Siamo lieti di sostenere questo progetto teatrale. Un testo forte che indaga la marginalità. Decisamente in linea con gli obiettivi di solidarietà e della nostra Fondazione”.
Un testo inedito che indaga un tragico fenomeno epocale attraverso il racconto tutto “calabrese” (misconosciuto dai grandi storiografi) di Ferramonti di Tarsia. Tra il giugno e il settembre 1940, fu realizzato, per volere del regime fascista, un campo di internamento per ebrei in questo piccolo centro del cosentino. Un campo di internamento e non di “concentramento” conosciuto dalla comunità ebraica, in Italia sono stati scritti anche dei libri, ma su quelli di storia non trova ancora una giusta collocazione. Un gioco teatrale che pone domande scottanti sulle cecità storiche dell’Olocausto e sulla disarmante attualità di pregiudizi e preconcetti che scatenarono la Shoah.