Omicidio di Ernesto Ienco, arrestati la moglie ed un amico
I carabinieri hanno arrestato ieri sera Sabrina Marziano, 28enne, moglie dell’imprenditore reggino Ernesto Ienco, assassinato domenica scorsa, 25 ottobre, con alcuni colpi d’arma da fuoco esplosigli contro mentre era sull’uscio di casa, in Contrada da Iannino a Riace.
La donna è accusata di essere il mandante dell’omicidio del coniuge, insieme a lei sono scattate le manette anche per un suo amico di 21ani, Agostino Micelotta, che è invece ritenuto dagli inquirenti l’esecutore. Ad entrambi è contestato il reato di concorso in omicidio aggravato e porto e detenzione di armi.
La vittima, 31 anni, era il figlio dell’imprenditore Nicola Ienco (53 anni), deceduto in un agguato nel marzo del 2011. Ienco sarebbe stato ucciso tra l’una e le due di notte del 25 ottobre quando nell’abitazione sarebbe stata presente solo la moglie e forse anche l’amico arrestato insieme a lei. Le due figlie di 5 e 10 anni, invece, quella sera erano dai nonni materni a Guardavalle. Dall’escussione di parenti e conoscenti della famiglia, gli investigatori avrebbero appreso che tra la coppia vi fossero alcuni dissidi
Secondo la ricostruzione dei militari, l’omicidio sarebbe maturato nell’alveo della vita privata della coppia. Pare che la Micelotta e Marziano avessero una relazione sentimentale cosa che, percepita dal marito di quest’ultima, avrebbe ulteriormente incrinato il rapporto coniugale.
Le investigazioni, condotte dai carabinieri sotto la direzione del Sostituto Procuratore della Repubblica di Locri Ezio Arcadi, effettuato ascoltando testimoni eseguendo intercettazioni, analizzando tabulati e tramite perizie, avrebbero consentito di riscontrare incongruenze nelle dichiarazioni fornite nell’immediatezza dei fatti dai due maggiori sospettati.
Dalla ricostruzione è emerso che i due presunti amanti, la notte dell’omicidio, all’una e venti circa, in concorso tra loro, al rientro da un matrimonio fuori paese del marito 31enne, l’avrebbero ucciso con quattro colpi di fucile caricato a pallettoni e, successivamente, utilizzando un corpo contundente, avrebbero infierito sul corpo esanime della vittima, colpendolo ripetutamente all’altezza della nuca. Gli arrestati sono stati tradotti presso le Case Circondariali di Palmi e Reggio Calabria.