Gualtieri (Fai Cisl) su dissesto idrogeologico
“Non basta la solidarietà, così come non bastano gli interventi per l’immediato ripristino delle infrastrutture distrutte dalla nuova ondata di maltempo. Non si può accettare che, ancora una volta, superata l’emergenza si spenga l’attenzione del Governo sulla questione dell’assetto idrogeologico di un territorio, quello calabrese, che continua ad essere devastato da piogge e alluvioni”. E’ quanto afferma il segretario generale della Fai-Cisl Calabria Giuseppe Gualtieri.
“Ancora una volta - continua Gualtieri – la Calabria ha pagato un prezzo troppo alto, con la morte di un giovane padre e i danni incalcolabili che frane e inondazioni hanno causato all’economia di gran parte della regione. La Locride, la piana di Gioia Tauro, la provincia catanzarese, così come pochi mesi fa la Sibaritide, sono state messe in ginocchio per l’incapacità del territorio di reggere l’urto del maltempo, a causa di un’incuria decennale, dell’abusivismo, della mancanza di investimenti adeguati sul contrasto al dissesto idrogeologico e sulla manutenzione dei corsi d’acqua, dell’assoluta assenza di politiche nazionali rivolte alla tutela del territorio. Con il cessare delle piogge non deve calare un nuovo silenzio nell’attesa passiva del prossimo disastro. Non si possono mettere ancora a rischio vite umane: serve da subito avviare un vero piano di messa in sicurezza di un territorio fragile quale quello calabrese. Chiediamo al governatore Oliverio la convocazione immediata di un tavolo partecipato che individui priorità, bisogni e piani di intervento, e che dia maggiore forza alla Calabria nel confronto con un Governo nazionale che alle parole deve fare seguire i fatti, non certo limitandosi alla doverosa rapida ricostruzione di alcuni chilometri di asfalto e binari, ma investendo mezzi, uomini, risorse ingenti e certe nella prevenzione attraverso un piano di messa in sicurezza del territorio ad altissimo rischio idrogeologico e sismico, che ha bisogno di qualità degli interventi, dalla costa ai centri montani”.