Lanzetta e Scafò: “Quale futuro per Kaulon?”
“Ospitati gentilmente dai media, abbiamo scritto tante volte sul presente di Kaulonia, soprattutto riguardo al ritardo relativo agli interventi di salvaguardia dei mosaici “dei draghi e dei delfini” delle terme elleniche, che tanta eco hanno prodotto in tutta Italia, con tanti visitatori che hanno voluto conoscerli e rendere omaggio a chi li aveva portati alla luce”. È quanto scrivono Maria Carmela Lanzetta, presidente associazione Zanotti Bianco, e Giovanni Scarfò, presidente Italia nostra.
“Abbiamo dovuto purtroppo prendere atto che, dopo 15 anni, si sono conclusi gli scavi che hanno consentito agli studenti delle Università di Reggio Calabria, di Firenze, di Pisa e della Normale di Pisa e ai professori Cecilia Parra e Lucia Lepore, a Francesco Cuteri, archeologo, e a Maria Teresa Iannelli della Soprintendenza Archeologica di Reggio Calabria e direttore del Museo di Monasterace, di riscrivere la storia di Kaulonia.
Nel contempo abbiamo sempre voluto ricordare i danni subiti dal Tempio a causa delle mareggiate del 2013, per mettere in guardia la Soprintendenza del pericolo che possono correre i mosaici delle stanze termali sempre a causa della mareggiate di cui abbiamo avuto un triste esempio in questi giorni. La forte pioggia e le onde hanno già provocato lo scavo del fronte dunario che protegge ancora le stanze termali, come si può notare dalle foto allegate, ma quanto reggerà ancora? Solo pochi metri di duna proteggono i “draghi e i delfini”, ma la distanza della nuova direzione del Parco sembra chilometrica, perché finora non ha dato al comprensorio la possibilità di capire come e se è possibile proteggere il sito.
Abbiamo già sottolineato che i cittadini hanno il diritto di saperlo, perché i resti di Kaulonia sono la nostra Storia e lo specchio della nostra Identità. Per quali motivi il nuovo direttore non comunica le intenzioni e le possibilità di intervenire da parte della Soprintendenza? A quanto è dato sapere sono stati stanziati 700.000€ dal parte del MIBCAT. O forse no? Oppure non sono ancora utilizzabili? Qualunque sia la motivazione, abbiamo il diritto conoscere lo stato attuale della vicenda di cui stiamo dibattendo da mesi senza ottenere un minimo di risposta. Le nostre segnalazioni sono state scambiate per “critiche”. Ammesso e non concesso, qual è il problema? Le “critiche” costruttive vanno apprezzate, non “criticate”.
Abbiamo vissuto 15 anni di arricchimento culturale e umano con studenti, professori e archeologi della Soprintendenza. Oggi viviamo questo imbarazzante silenzio da parte della nuova direzione e non capiamo perché. Abbiamo dato prova di buona volontà ripulendo una zona piena di spazzatura, gentilmente lasciata da chi usa la zona archeologica per andare in spiaggia. Niente di male, se si comportassero civilmente. Abbiamo auspicato anche l’intervento del Comune per lo smaltimento di uno scaldabagno- depositato forse per tramandarlo ai posteri durante gli scavi dell’anno 4000 - ed è stato fatto.
Il Parco archeologico è stato per 15 anni un sito vivo per gli scavi, gli studi, gli incontri, le manifestazioni, gli spettacoli, le mostre e i libri pubblicati. Ora somiglia di più ad un set cinematografico dove ambientare un film sugli zombi. Magari fosse vero per tenerlo in vita: “Essi vivono”? A parte le battute, che servono a stemperare un po’ il discorso, sappiamo benissimo che ci sono delle difficoltà, soprattutto di tipo economico, da parte delle Università per continuare gli scavi. Del resto quelle sopracitate hanno già fatto moltissimo. Speriamo che la Soprintendenza possa stipulare altre convenzioni con altre Università, anche straniere, ma intanto, nell’attesa, proteggiamo il sito.
Una famosa battuta del film citato così recita: “Loro vivono e noi dormiamo”. Evitiamo tutti di “dormire” e chiediamo, sommessamente, al nuovo direttore di darci la possibilità di capire se c’è un progetto per il futuro di Kaulonia. Facciamo appello anche alla Regione e alla Provincia di Reggio Calabria, che ha già dimostrato la sua sensibilità e disponibilità d’intervento, come per la zona archeologica del Tempio, di farsi carico, per quanto nelle loro possibilità e competenze, della salvaguardia di Kaulonia”.