Intimidazioni Pignatone: Napoli (Fli), a Reggio Calabria stesso clima stragi del ’92
Per Angela Napoli (Fli), "quanto accaduto nella giornata odierna con il ritrovamento di un bazooka nei pressi degli uffici della DDA di Reggio Calabria, preceduto dalla telefonata di indirizzo minaccioso nei confronti del Procuratore Pignatone, credo dimostri che non ci possono essere più alibi utili a nascondere la strategia di terrore che sta investendo l'intera città e la sua provincia. I numerosi attacchi alla magistratura reggina e ai giornalisti calabresi che con coraggio informano i cittadini sulle inchieste giudiziarie in atto, se da una parte potrebbero essere lette, anche con una certa veridicità, come indebolimento della ‘ndrangheta, dall'altra non possono non nascondere possibili lesioni di interessi che rappresentano il collante tra la criminalità organizzata e la cd. borghesia mafiosa. Mi appare davvero assurdo - continua - verificare che nonostante il clima "torrido e preoccupante" che si registra da mesi nella città qualcuno sia riuscito impunemente a depositare un bazooka in prossimità del Palazzo di Giustizia, cosi come trovo ingiustificabile che i risultati della bomba del 3 gennaio 2010, siano stati ufficializzati dopo ben 9 mesi, con l'operazione "Epilogo", che non mi appare, peraltro, esaustiva circa le motivazioni che hanno fatto rimbalzare la città di Reggio Calabria sulle cronache giudiziarie".In tempi non sospetti ho paventato, forse apparendo estremamente pessimista, che quanto sta accadendo da mesi a Reggio, ha creato un clima assimilabile a quello registrato a Palermo prima delle stragi del '92, sta di fatto che, nel rinnovare piena fiducia e sincera solidarietà al Procuratore Pignatone ed a tutta la Magistratura Reggina, non posso che augurarmi che venga fatta piena luce in tempi brevi sulle motivazioni e sui responsabili di questi gravi atti intimidatori, ma anche che venga immediatamente data esecuzione agli impegni che Governo ed Istituzioni hanno assunto negli scorsi mesi.