Cgil: “Un lavoro di qualità per la salvaguardia e la valorizzazione del territorio”
Un piano di rilancio delle aree interne che punti su forestazione, turismo, agrindustria, fonti rinnovabili e che sia capace di rafforzare i servizi ai cittadini e di creare nuova occupazione: è questa la proposta dalla Flai Cgil di Cosenza e dalla Cgil di Cosenza.
Una proposta discussa al Cupone, in Sila, nel corso dell'incontro sul tema “Un lavoro di qualità per la salvaguardia e la valorizzazione del territorio”. Il dibattito ha visto alternarsi sindacalisti, tecnici e politici ed è stato concluso dal governatore Mario Oliverio e da Stefania Crogi, segretario generale nazionale della Flai Cgil. In particolare, il confronto si è sviluppato intorno allo studio elaborato da Massimiliano D'Alessio, responsabile area progetti, studi e ricerche della Fondazione Metes, e alla relazione di Adriano Savaia, segretario generale della Flai Cgil di Cosenza.
L'indagine di D'Alessio si è concentrata su 14 comuni della Sila e Presila cosentina: da Acri ad Aprigliano, passando per San Giovanni in Fiore. Un territorio che conta 75347 abitanti e che dal 1971 al 2014 ha perso l'11,5% della popolazione, contro il -0,6 della provincia di Cosenza. Nell'area presa in esame, gli ultra 65enni rappresentano il 22% degli abitanti, mentre il tasso di disoccupazione nel 2011 era del 20,52%, con punte, in alcuni comuni, di oltre il 60% tra i giovani.
D'Alessio si è poi soffermato sulle carenze di servizi e infrastrutture, sottolineando come nell'area di indagine ci siano solo due ospedali e come otto dei quattordici comuni siano privi di istituti superiori. Senza dimenticare la totale assenza di stazioni e il fatto che il 30% dei residenti sia privo di banda larga.
Nella sua analisi, lo studioso della Fondazione Metes non ha mancato di evidenziare le opportunità offerte da un territorio che racchiude una vasta area protetta, il Parco nazionale della Sila che rappresenta il 34% della superficie complessiva dell'area presa in considerazione. Opportunità fornite dal turismo, con i laghi, l'Abbazia Florense, gli impianti sciistici di Lorica e Camigliatello, e dalle eccellenze agricole: patata della Sila igp, caciocavallo silano dop, soppressata di Calabria dop. Un capitolo a parte, D'Alessio lo ha riservato alla forestazione, e anche in questo comparto ci sono luci ed ombre. Negli ultimi trent'anni la superficie forestale in Calabria è cresciuta del 16,3%. Nei 14 comuni oggetto dello studio, si trova il 44,5% dei boschi calabresi, ma si realizza solo lo 0,1% della produzione regionale.
La ricerca di D'Alessio è servita come base scientifica sulla quale il sindacato ha elaborato una serie di proposte illustrate da Savaia, a partire dal potenziamento dei servizi e delle infrastrutture, dalla valorizzazione delle straordinarie bellezze e peculiarità del territorio e dall'avvio di un piano straordinario del lavoro nel settore della salvaguardia ambientale e del territorio. Gli obiettivi indicati da Savaia sono il riassetto idrogeologico del territorio; la riduzione dei costi energetici, attraverso l'impiego di fonti rinnovabili; il potenziamento dell'agricoltura e del turismo di qualità. Le risorse da poter utilizzare certo non mancano se si pensa ai fondi comunitari, a quelli statali e a quelli regionali previsti per questi settori.
Nella sua relazione, il segretario della Flai Cgil di Cosenza non ha mancato di toccare temi di più stringente attualità, chiedendo una svolta nella gestione di Calabria Verde. “Anche perché – ha detto Savaia - ad oggi non si vede nessun risultato sul versante del lavoro e dell'impiego dei lavoratori”. Una posizione condivisa da Umberto Calabrone, segretario della Cgil di Cosenza. Savaia ha infine chiesto che ai sorveglianti idraulici vengano pagati i cinque mesi di stipendi arretrati, “altrimenti siamo pronti alla mobilitazione”.