Intimidazioni Pignatone: la condanna di Luigi Palamara
Il candidato alla Presidenza della Provincia di Reggio Calabria, Luigi Palamara, in una nota “condanna il vile gesto ed esprime la sua totale, piena ed incondizionato solidarietà al procuratore capo della Repubblica di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, alla magistratura reggina impegnata nella lotta alla mafia ed alle istituzioni repubblicane, comunque impegnate a debellare il fenomeno mafioso. Ho già espresso nelle sedi competenti, il mio secco no alla ‘ndrangheta. Un fenomeno mafioso che inibisce ogni anelito di crescita sociale ed economica; ogni fremito di progresso politico, morale, spirituale; ogni iniziative commerciale. Attraverso la piaga del “pizzo” e del racket delle estorsioni. Un cancro che sta uccidendo e distruggendo la Calabria ed i Calabresi. Tanto accanimento da parte delle giovani leve della ‘ndrangheta, per frustrare le iniziative della magistratura ed i bei risultati delle forze di polizia che hanno disarticolato le cosche reggine e sgominato i clan storici della città. Esprimiamo vicinanza ai coraggiosi e solerti magistrati e li invitiamo ad insistere. Invitiamo pure le forze dell’ordine ad aumentare la loro azione. La lotta alla mafia sarà uno dei nostri punti di riferimento nella stesura delle dichiarazioni programmatiche o documento politico-programmatico, che andremo a preparare. Al premier Silvio Berlusconi ed ai ministri degl’interni Roberto Maroni e della Giustizia Angelino Alfano, chiediamo una maggiore e migliore attenzione su questo problema che affligge le nostre popolazioni ed un valido sostegno economico e logistico ai giudici ed alle forze di polizia. Un messaggio vogliamo anche lanciare alla popolazione, alla gente, ai cittadini. Non è pensabile che si possa vincere questa battaglia senza l’aiuto dei giovani, che sono l’avvenire della nazione. Sono proprio loro che devono difendere coi denti e con le unghie la libertà e la democrazia, seriamente minacciate dall’arroganza e dalla tracotanza mafiosa. Non ascoltate il canto delle sirene della mala pianta, della gramigna, Il procuratore aggiunto Nicola Gratteri, la chiama “Il grande inganno”. Tante promesse facili, ma false ed irreali sul facile ed abbondante guadagno e rischi pochi. In realtà i nostri giovani sono costretti a fare i conti molto presto con l’arresto, il tribunale ed il carcere se va bene. Altrimenti la morte, nelle faide e nella guerre di mafia. I soldi finiscono nelle tasche dei capi e sottocapi. Agli altri, restano le molliche, quando va bene. Queste reazioni inconsulte sono “l’ultimo rantolo del mostro” che si dimena disperatamente: Le ultime operazioni “Meta, Il Crimine ed Epilogo”, hanno lasciato il segno. Agli adulti ed agli anziani dico di collaborare attivamente, per togliere le catene dal collo dei loro figli. La Piovra mafiosa, blocca ogni progresso. La Calabria e segnatamente la provincia di Reggio è l’ultima d’Europa. La disoccupazione non solo giovanile. ha raggiunto percentuali sud-americane e sub-sahariane. Dobbiamo lavorare tutti insieme in sinergia per spazzare via questo marasma.”