La “santabarbara” dei clan, bloccato l’accesso al relitto della “Laura C”
I palombari del Comsubin (reparto d'eccellenza della Marina Militare) della Marina Militare hanno definitivamente bloccato l'accesso alle stive del relitto della "Laura C", la nave mercantile che venne affondata, nel 1941, davanti alle acque di Capo D'Armi, nel reggino, e che trasportava un carico di 5 mila tonnellate di materiale bellico, tra cui 1500 tonnellate di tritolo. Esplosivo che, come sarebbe emerso da diverse indagini negli anni scorsi, la 'ndrangheta avrebbe prelevato di volta in volta per i propri scopi criminali.
La notizia è stata resa pubblica dal Prefetto di Reggio Calabria, Claudio Sammartino, che al termine di una riunione tecnica di coordinamento con le Forze di Polizia ha incontrato presso il Palazzo del Governo i giornalisti, insieme al Procuratore della Repubblica, titolare della Direzione Distrettuale Antimafia, Federico Cafiero de Raho, al Comandante del Comando Marittimo Sud, Ammiraglio Eduardo Serra e al Capitano di Corvetta Terry Trevisan. Presenti anche il Questore, il Direttore Marittimo della Calabria e della Basilicata Tirrenica e i Comandanti provinciali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza.
NELL’INCONTRO sono state illustrare le operazioni effettuate sulla nave affondata durante il secondo conflitto mondiale al largo delle coste di Montebello jonico, in località Saline Ioniche. La motonave “Laura Cosulich”, detta “Laura C.”, è stata silurata il 3 luglio del 1941 dal sommergibile inglese “Upholder” mentre era diretta in Africa per rifornire le truppe italiane. La problematica connessa alla permanenza di ingenti quantitativi di tritolo è stata affrontata nel corso di apposite riunioni del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica e, da ultimo, anche presso il Ministero dell’Interno, dove è stata ulteriormente ribadita la necessità di attuare, in tempi rapidi, ogni iniziativa volta al completamento delle operazioni di messa in sicurezza del Mercantile.
Con il coordinamento della Prefettura e d’intesa con il Procuratore della Repubblica, i Palombari della Marina Militare nei mesi di settembre e ottobre sono stati impegnati nella complessa operazione subacquea, alla profondità di oltre 50 metri, rimuovendo il materiale esplosivo ancora accessibile e mettendo in sicurezza l’accesso alle stive del relitto.
“CHIUSO IL MARKET DELLA ‘NDRANGHETA”
Il Prefetto ha evidenziato come l’intervento sia il risultato di una perfetta intesa operativa tra gli Organi dello Stato e testimonianza dell’incessante attività di prevenzione e contrasto svolta ai diversi livelli istituzionali a protezione dei cittadini e del territorio reggino: collaborazione e cooperazione hanno connotato anche quest’ultima operazione.
Compiacimento è stato espresso anche dal Procuratore della Repubblica: “viene definitivamente chiuso un potenziale “market” della ‘ndrangheta che anche nel recente passato ha attinto dalle stive della Laura C., come dimostrano alcune operazioni di Polizia Giudiziaria”. Sammartino, nel ribadire l’importanza del risultato raggiunto, ha assicurato che l’attenzione sull’obiettivo è alta e che “permangono nella zona l’interdizione all’immersione e un’attività di vigilanza e pattugliamento dello specchio acqueo, con il supporto della Guardia Costiera”.
(ultimo aggiornamento 19:11)