I Riformisti: “La sede della biblioteca nel centro storico”
"Premesso che abbiamo, in più occasioni, manifestato la nostra perplessità e contrarietà al trasferimento della biblioteca comunale “A. Lucifero” dalla Caserma Campana del castello alla nuova struttura di via Saffo perchè tale decisione, che non trova alcuna ragionevole giustificazione, sconfessa nei fatti l’idea e l’intenzione, peraltro espresse più volte ed in più circostanze dai nostri amministratori, di rivitalizzare e far integrare nel tessuto urbano il centro storico che, ormai da decenni, è un corpo estraneo ed avulso dal contesto della città e rilevato, altresì, che l’amministrazione comunale non intende recedere dal suo proposito e rivedere la stessa decisione, riteniamo opportuno, se non addirittura doveroso, avanzare una proposta seria, nella speranza che si sappia accoglierla e metterla in atto". E' quanto scrive il coordinatore provinciale dei Riformisti italiani, Michele Calvo.
"Considerato - continua la noita - che la nobildonna Giuseppina Sciacca, vedova del marchese Gaetano Morelli, nostro illustre concittadino che fu giudice della Corte internazionale dell’Aja, ha donato al nostro Comune un palazzotto, ubicato nello stesso centro storico, precisamente in via Garibaldi, affinché fosse messo in dotazione alla “Fondazione Gaetano Morelli”, di cui è socio anche l’ente municipale, proponiamo che nel suddetto immobile abbia sede anche la biblioteca comunale di modo che sia realizzato un eccellente polo culturale. Invitiamo, pertanto, l’Amministrazione comunale a rendere agibile l’immobile, di cui si era assunto l’onere di sostenere i lavori di recupero e restauro, attingendo a finanziamenti pubblici, e rendere fruibile a studiosi e cultori della materia il prezioso patrimonio librario, consistente in circa diecimila volumi tra libri e riviste di diritto internazionale, a suo tempo dato in comodato gratuito da Donna Giuseppina Sciacca al fine di istituire il centro di studio della Fondazione. Con la coabitazione e la sinergia fra la biblioteca comunale e la Fondazione, quest’ultima, inattiva da qualche anno, ritornerebbe ad essere operativa e, quindi, adempirebbe i compiti e svolgerebbe le funzioni cui è preposta per statuto, avendo il supporto ed usufruendo delle prestazioni professionali del personale della biblioteca che in questi anni, a volte anche con un organico ridotto, ha contribuito alla promozione ed alla diffusione della cultura nel territorio e fatto sì che la stessa biblioteca fungesse da punto di riferimento non solo per la città ma anche per tutta la provincia, mettendo a disposizione della collettività il proprio patrimonio librario e documentale!".