Omicidio Caccia, Schirripa rimane in carcere
Rocco Schirripa, il panettiere di 64 anni arrestato nel dicembre scorso con l'accusa di essere uno dei killer del magistrato torinese Bruno Caccia, resta in carcere. Lo ha deciso il tribunale di Milano che ha respinto l'istanza della difesa. Schirripa è ora detenuto nel carcere di Opera.
Bruno Caccia fu ucciso dalla 'ndrangheta nel 1983. Per il suo omicidio era stato già condannato all’ergastolo colui che era ritenuto il mandante, Domenico Belfiore, attualmente fuori dal carcere per motivi di salute. Gli inquirenti erano riusciti con uno stratagemma, e grazie alle intercettazioni ambientali, a far parlare le persone coinvolte in modo da risalire al presunto esecutore materiale del delitto.
Il magistrato, all’epoca dei fatti, guidava la Procura torinese con grande rigore e fu assassinato una sera di giugno, mentre portava a passeggio il suo cane, da almeno due sicari che gli spararono sul marciapiede di casa. Caccia si era occupato di importanti indagini sul terrorismo e sulla criminalità organizzata e quindi gli investigatori orientarono le indagini su queste due piste.
Inizialmente fu seguita quella terroristica e, poi, anche grazie alle inchieste sul clan dei Cursoti, emerse che il procuratore era stato ucciso su ordine dei boss della 'Ndrangheta piemontese a causa delle sue indagini sul riciclaggio del denaro delle organizzazioni criminali.