Continua la guerra al “caporalato”: blitz interforze nel reggino
Continua l’attività di prevenzione e contrasto al caporalato e al lavoro nero nel reggino, avviata già dallo scorso 11 novembre e proseguita anche a gennaio con controlli in diverse aziende della Piana di Gioia Tauro e in altre aree del territorio provinciale.
Il Prefetto Claudio Sammartino ha voluto mantiene l’impegno assunto per riaffermare il “rispetto delle regole in ogni settore della società e in particolare in quelli economici e produttivi” nelle zone cosiddette sensibili e per anche per tutelare la salvaguardia e la sicurezza sul lavoro.
In quest’ottica, ieri, lunedì 8 febbraio, sempre nella Piana di Gioia Tauro è stato sferrato un ulteriore colpo all’illegalità, in un settore, quello agricolo, di vitale rilevanza per l’economia calabrese.
A partire dalle prime ore del mattino è stato attivato un servizio interforze che ha visto coinvolte 35 unità della Polizia di Stato, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, del Corpo Forestale dello Stato e della Polizia Provinciale, con la collaborazione dell’Ispettorato del Lavoro e dell’Asp L’operazione è stata riproposta, ancora una volta, nella Piana, dove si registra un numero significativo di presenze di immigrati extracomunitari e comunitari impiegati nella raccolta di agrumi, nelle coltivazioni e in altri settori.
Effettuate così 14 perquisizioni personali, altre due domiciliari e sono state controllate sette aziende del comprensorio di Gioia Tauro (in località Pontevecchio), di Taurianova (località San Bartolo), di San Ferdinando (agro di Granatara), di Laureana di Borrello (contrada Campo Malo). All’interno delle aziende verificate le posizioni di 50 lavoratori, di cui 23 extracomunitari, altrettanti comunitari e quattro italiani. Sono state così elevate sanzioni amministrative per un importo complessivo di 92 mila euro per violazioni alla normativa sull’impiego di manodopera.
“Si tratta di operazioni volte alla riaffermazione della legalità e alla riappropriazione del territorio da parte dello Stato – affermano dalla Prefettura - a scapito della cultura‘ndranghetista e del disprezzo delle regole a tutela della collettività reggina operosa e a garanzia della libera concorrenza e della dignità dei lavoratori”.
“Ciascuno faccia la sua parte e sia chiamato alle proprie responsabilità” è il monito del Prefetto reggino agli operatori economici e della produzione, aggiungendo che “Lo Stato sta facendo pienamente, con costanza e convinzione, la propria parte, attuando meccanismi articolati e continui di controllo del territorio e delle attività produttive”.