Contrasto al lavoro nero: sotto controllo 7 aziende agricole reggine
Gli agenti della Polizia di Reggio Calabria hanno portato a termine un’attività di contrasto al caporalato e al lavoro nero che ha visto sotto controllo sette aziende agricole, due delle quali sono risultate riconducibili a cosche di ‘ndrangheta.
L’operazione, disposta dal Prefetto Michele di Bari, è stata svolta nei territori di Rosarno, Rizziconi, Laureana di Borrello e San Ferdinando.
I dipendenti sottoposti a verifica – fa sapere la Prefettura reggina - sono stati complessivamente 31, di cui 17 extracomunitari, 8 italiani e 6 comunitari, risultati tutti in posizione regolare rispetto alle norme sul lavoro. Nella circostanza è stata contestata a due persone la violazione relativa allo sfruttamento di acque pubbliche per uso domestico derivanti da un pozzo realizzato senza autorizzazioni, ne sono conseguite sanzioni amministrative di 30 mila euro ciascuna.
“Importante è stato l’esito dei controlli, - affermano dall'Ufficio di Governo - attività di prevenzione svolta da questa Prefettura, dalle Forze di Polizia, comprese quelle Locali, e dalla Direzione Territoriale del Lavoro, che mira anche a favorire atteggiamenti di responsabilità sociale. Durante lo scorso anno le unità interforze di Polizia, integrate da operatori della Polizia Provinciale e coadiuvate da personale della Direzione Territoriale del Lavoro e della locale Azienda Sanitaria Provinciale hanno condotto un’ attività di controllo e vigilanza che ha interessato complessivamente 203 aziende, operanti in prevalenza nel settore agricolo ed edilizio, e 1.110 lavoratori (di cui 304 extracomunitari). Le operazioni sono sfociate nella denuncia di 35 persone e nella contestazione di 170 sanzioni amministrative per un valore complessivo di Euro 1.202.998,25. I controlli – conclude - sono stati effettuati in entrambi i versanti della provincia, riservando un’attenzione particolare al territorio della Piana di Gioia Tauro in cui maggiore è la presenza di cittadini stranieri.”