Sindaco Bartone su lavori del Municipio già convento dei Domenicani
“Solitamente rigetto inutili, strane e patetiche polemiche soprattutto quelle pretestuose”, è questa la risposta del sindaco di Soriano Calabro Francesco Bartone, dopo la sortita di Italia Nostra, circa alcuni lavori eseguiti o da eseguire nella sede del Municipio già convento dei Domenicani.
“Chi mi conosce - scrive ancora - sa che intervengo nel dibattito culturale solo per promuovere il territorio a trecentosessanta gradi, cercando di apportare contributi e azioni fattive di servizio. Questa volta mi trovo costretto ad intervenire per la tutela del mio operato come sindaco e quindi di Soriano. Per il ruolo istituzionale che rivesto e per l’amore che serbo per la cultura e per quanto crea sviluppo e benessere, convinto come sono che non c’è crescita e sviluppo per Soriano, senza la promozione e la valorizzazione del nostro patrimonio artistico monumentale, che non c’è occupazione senza turismo, che non c’è economia senza le migliaia di persone che ogni anno si lasciano incantare dalle bellezze di Soriano”.
Una stimata associazione “Italia Nostra” (che tra l’altro nel 2011 mi ha insignito del suo premio annuale per essere stato io, si proprio io persona che tutela i beni monumentali e promuove cultura. Premio che ho ricevuto proprio dalla delegazione vibonese, tra le antiche mura già pulite da superfetazioni e intonaci postmoderni. Proprio nell’occasione il presidente Ninì Luciano lodò l’operazione di pulitura e l’allestimento del MuMar durante il suo intervento alla cerimonia) nelle proprie rappresentanze territoriali calabrese e vibonese, ha allertato la Soprintendenza e l’opinione pubblica su dei lavori, definiti a loro dire “irrituali”. Da architetto e da specialista - ho studiato con Giovanni Carbonara - conosco la necessità della “tutela” (con riferimento al testo unico sui Beni Culturali), ma credo, che chiunque si assurge a difensore di una causa deve ben informarsi e conoscere lo stato dell’arte prima di scagliare fulmini e saette all’impazzata seminando, come un untore, confusione.
Purtroppo è proprio questo il nostro caso, i lavori ritenuti “irrituali”, riguardano la spicconatura di un incongruo e arido intonaco risalente agli anni novanta del ‘900 già autorizzato dalla competente Soprintendenza, non più di una manciata di anni fa, intonaco questo senza storia e senza nobiltà.
Si capisce bene quindi che questa bolla di polemiche si sgonfierà da sola, delegittimando inoltre anche la voce di “Italia Nostra”, che invece di parlare con autorevolezza si trova a prendere delle posizioni pubbliche senza cognizione di causa - e questo non riusciamo a comprenderlo - forse per partito preso. Gli intonaci incriminati, sono stati in parte demoliti su alcune pareti per motivi di sicurezza, ma sono ancora ben visibili su tutta la facciata interna al chiostro dell’ex convento ed è palese che la loro fattura è ben più che moderna, anzi si nota anche che non sono né antichi né di pregevole fattura.
Strano che, durante “l’attento sopralluogo”, i signori di Italia Nostra non hanno notato i segni più che moderni come alcuni mattoni forati e intonaci in cemento! Questo, lo diciamo ad ulteriore testimonianza della verità. A detta dell’Associazione Italia Nostra i palazzi realizzati con muratura in pietra con leganti a base di calce senza intonaco e senza una “patina” protettiva hanno un rischio altissimo di effetti disgregativi e cedimenti. Rispondo dicendo solo che in Italia sentiamo parlare più spesso di crolli di palazzi moderni.
Strano ancora che i rappresentanti di Italia Nostra non hanno invece notato l’intorno al complesso monumentale, svilito da anonime costruzioni anche non finite, altre finanche a ridosso delle antiche mura che ne hanno compromesso per sempre l’identità storica ed il paesaggio.
Finiamola per favore, cerchiamo tutti di fare quadrato su alcune problematiche e non buttare fango su chi cerca con dedizione di spendersi in loro favore (Premio Italia Nostra 2011). L’opinione pubblica capirà quindi senza ulteriori dimostrazioni che non è usuale utilizzare il nome di un’autorevole associazione, solitamente chiamata a tutelare e valorizzare le tante opere d’arte del nostro territorio, per polemiche strumentali e di parte. Rinnovo ancora l’Invito -conclude Bartone - a chiunque ma anche ad Associazioni, invece, a venire a vedere quanto di bello abbiamo fatto a Soriano, tanto da meritasi l’appellativo di “Città d’arte di cultura e di commercio”!