Rubbettino, dal 17 al 20 ottobre presentazione di “Cartouche”

Catanzaro Attualità

Dopo il successo della prima presentazione palermitana, sua città natale, dal 17 al 20 ottobre l’autore presenterà il suo volume in Calabria:

Domenica, 17 OTTOBRE 2010, H 18.00, Libreria Tavella via Crati, 15/17 - Lamezia Terme

Lunedì 18 OTTOBRE 2010, H 18.00, Libreria Ubik, via Galliano, 4 – Cosenza

Martedì 19 OTTOBRE 2010, H 18.00 Caffè Letterario via Menniti Ippolito, 5/7 – Catanzaro

Mercoledì 20 OTTOBRE 2010, H 18.00 Biblioteca Comunale “Giuseppe angelo Nociti” via Nazionale, 254 – Spezzano Albanese

«Parigi era lì con i suoi vicoli e trabocchetti… in balia di chiunque avesse un coltello. Dio non esisteva, o almeno non abitava in Francia. Il diavolo sì, quello esisteva a confortava Cartouche ogni giorno. Ogni notte.
L’Enfant di Parigi, sbucato dal nulla, vomitato dal ventre della sua città per essere ovunque e apparire senza preavviso in un alone di mistero».
Ladro, assassino, alcolizzato, idolo delle masse e infine martire: la storia di Cartouche, il più grande bandito della storia francese, si svolge in una Parigi sordida e ardente, sudicia e crepuscolare, una città spietata e libertina dove tutto e tutti hanno un prezzo. Una Parigi, quella di inizio ‘700, che rimane l’unico vero amore di Louis Dominique Garthauszien, detto Cartouche: una Parigi di cui diviene padrone assoluto, dopo una rapidissima carriera criminale, e che lo vede fondare una banda di oltre un migliaio di adepti, con i quali controlla la prostituzione e organizza ricatti, aggressioni e rapine. Conosciuto anche come l’Enfant, Cartouche diventa in breve un mito per il popolo parigino, vessato dalle ingiustizie dei governi di Luigi XIV e Filippo d’Orleans: i bersagli dei suoi colpi sono infatti i nobili incauti, i ricchi a caccia di emozioni forti, le autorità che i Cartouchiens corrompono e umiliano ripetutamente. L’ascesa di Louis Dominique è destinata però ad interrompersi in maniera tragica e repentina, all’età di 28 anni: preda dei propri sospetti e dei propri fantasmi, schiavo dell’alcol e del culto di se stesso, abbandonato dalla gente, tradito da un fedelissimo in cambio di un salvacondotto.
Lungi dal fare di Cartouche un eroe, lo scrittore e regista siciliano Bibi Bianca ne traccia un ritratto a tinte fosche, più vicino a uno Scarface del Diciottesimo secolo che all’immagine romanzata alla Robin Hood che ne diede Jean Paul Belmondo nel film eponimo del 1962. E se anche l’accurata documentazione di Bianca e le suggestioni di maestri ome Victor Hugo e Dumas aiutano a restituire il contesto storico e letterario dell’epoca, sono i dialoghi serrati e la successione incalzante di colpi di scena a conferire a Cartouche un taglio quasi cinematografico, a là Romanzo Criminale, e a regalare una sorprendente attualità a una vicenda di quasi quattro secoli fa.