Coldiretti Calabria: mantenere a Rende il Crea-Oli
Il Centro di ricerca per l'olivicoltura e l'industria olearia (CREA-OLI ), in Calabria ha sede a Rende (CS) e fa capo al Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l'analisi dell’Economia Agraria (CREA); è ente pubblico vigilato dal MIPAAF, e da oltre 40 anni, si occupa della filiera olivicolo - olearia nazionale. Il Crea - Oli, negli anni, ha consolidato una intensa attività nella filiera olivicola diventando un importante punto di riferimento tecnico-scientifico con altre importanti strutture scientifiche. Il piano di riordino del CREA, attualmente proposto, prevede che il Centro di ricerca rendese, passi sotto l’amministrazione del centro di Acireale.
“Una scelta - afferma Molinaro presidente di Coldiretti Calabria – che penalizza il comparto olivicolo - oleario poiché infatti, tale riordino prevede la separazione dell’olivicoltura dalla elaiotecnica, e, di fatto, la soppressione del Centro dedicato al comparto nella sua interezza. Se ciò accadesse, si configurerebbe un danno per la ricerca dedicata alla filiera olivicolo - olearia, che andrebbe potenziata e non indebolita e trasferita con sempre maggiore incisività alle imprese. Ricordiamo che la Calabria è la seconda regione produttrice di olio e quindi deve mantenere la leadership nella ricerca nel settore olivicolo che ha nell’'olio extra vergine di oliva la carta vincente del Made in Italy e pilastro della Dieta Mediterranea. Determinare altre scelte e situazioni ha poco senso - ribadisce – e per questo chiediamo di mantenere in un centro che è già preposto ed in possesso delle carte giuste: questo è il CREA OLI di Rende. Accorciare la filiera, lavorare sulla qualità dell’olio portato avanti negli ultimi anni grazie all’impegno dei produttori olivicoli, maggiore ed importante informazione verso il cittadino-consumatore sono oggi elementi che fanno la differenza e ripagano sul mercato gli olivicoltori difensori del vero olio 100% “Made in Italy”. Il CREA-OLI è quindi strategico per la Calabria e non solo - conclude Molinaro –deve continuare ad essere centro di secondo livello, mantenere la sua autonomia gestionale e l’intera attività di ricerca prevista dalla sua attuale mission, al servizio della filiera in senso multidisciplinare e multifunzionale.”