Referendum trivelle, l’Idm si schiera con il sì
"Al quesito referendario del 17 aprile prossimo sosterremo le ragioni del sì, anche e soprattutto per difendere la nostra terra e le nostre coste da chi riesce solo a depredarle con arroganza, prepotenza e senza alcuna forma di rispetto". Presa di posizione netta, da parte de "l'Italia del Meridione", rispetto al referendum attraverso il quale si chiede di fermare l'estrazione degli idrocarburi nelle acque italiane ed entro le 12 miglia (19km), a concessioni scadute, anche senza l'esaurimento dei giacimenti. Ad annunciarlo è il segretario regionale dell'IDM, Nicodemo Filippelli.
"Innanzitutto, crediamo sia doveroso difenderci dalle solite invasioni delle grandi multinazionali, che trattano la nostra regione come una preda, togliendoci ogni ricchezza e lasciandoci da soli, senza prospettive e senza quelle ricchezze naturali che fanno gola a molti e che pur ci appartengono, risultando strategiche per il futuro.
“C'è poi un altro aspetto fondamentale e di non minore importanza: gli incidenti che potrebbero derivare dalle trivellazioni, che in mari chiusi, come i nostri, potrebbero tranquillamente alterare l'ambiente, anche in modo serio e pericoloso. É un rischio che non vale neanche la candela, in quanto le risorse di petrolio e di gas, nei nostri giacimenti, sono limitate. Senza tener conto dei risvolti negativi che, le estrazioni, hanno verso il settore turistico. Precisati tali aspetti e le motivazioni che ci portano ad indirizzarci verso il sì, resta soltanto da capire la posizione del Partito democratico, atteso che, nella maggior parte delle regioni che hanno richiesto il referendum, esso è forza di governo e non potrebbe e né dovrebbe, pertanto, sottrarsi alle proprie responsabilità", evidenzia, in conclusione, Nicodemo Filippelli.