Macrì (Ance Vibo): “Dissesto idrogeologico, problema irrisolto”
“Oramai basta una giornata di pioggia più intensa del solito ma pur sempre nella norma del periodo, per causare smottamenti e allagamenti che non fanno neanche più notizia, perché ci abituiamo sempre di più all’emergenza, alle criticità e soprattutto, cosa più grave, alle negligenze di chi non fa nulla per arginare questi problemi”. È quanto scrive Gaetano Macrì, presidente di Ance Vibo Valentia.
“Il triste ricordo dell’alluvione 2006, sembra non sia servito da insegnamento per nessuno, i morti che quella catastrofe provocò, sembrano dimenticati e se ad oggi non si sono registrate ancora vittime, è forse solamente un caso fortuito. Da quanto ne sappiamo la Regione Calabria ha ricevuto fondi per gestire il problema del dissesto idrogeologico pari a circa 22 milioni di € e viene naturale chiedersi, sono state investite queste risorse e come? A giudicare da quello che si vede sul territorio la risposta non lascia adito a dubbi, visto che un “normale temporale” provoca ingenti danni e disagi, che sistematicamente mettono in difficoltà i cittadini e le imprese.
“Strade interrotte, canali di scolo intasati, tombini ostruiti, sono il bilancio visivo che si presenta agli occhi di tutti, mentre il solito valzer delle competenze si alterna su chi e come deve fare cosa. All’Amministrazione Provinciale ad esempio, anche a causa delle note difficoltà che l’Ente sta attraversando da tempo e che inevitabilmente si ripercuotono sulle attività degli uffici, la SUAP è non è al massimo della efficienza e ciò va a influire immancabilmente anche sulle imprese, che hanno rapporti con le banche e con i propri dipendenti e che sono in grosse difficoltà.
“L’Italia si sa, è un Paese ad elevato rischio idrogeologico, poiché sono interessati ben l’89% dei Comuni, ma se a ciò si va ad aggiungere la negligenza della gestione dei fondi destinati a tali interventi o l’incapacità di valutare correttamente i rischi che da ciò ne derivano, ecco che poi ci si trova di fronte a situazioni che inevitabilmente devono far riflettere prima che accada l’inevitabile, anzi in questo caso dovremmo dire “l’evitabile”. Sarebbe pertanto opportuno ed auspicabile - dichiara ancora il Presidente Ance, che ci si adoperasse in fretta e senza rimpalli o ritardi sulle cose da fare che sono tante e che tutti sanno, al fine di evitare spiacevoli e sgradite difficoltà, che non sempre si possono concludere con la sola conta dei danni”.