Sitra (SI): A Crotone e in Calabria vi sono più motivi per dire no alle trivelle
"L’attività ultratrentennale delle trivelle nel mare di Crotone ha prodotto gravi danni al nostro territorio ed all’ambiente, esponendoci a notevoli rischi; l’ ENI ha lasciato solo macerie, come sanno bene i lavoratori di Pertusola, Montecatini, della Cartiera, del Porto, del trasporto e di tutto l’indotto. La città targata ENI sognata dalla politica degli anni 1980 - il 1990 è stata tradita e abbandonata da ENI, che ha continuato ha succhiare sangue e metano dal nostro territorio in cambio di qualche spicciolo e di tanta distruzione." Lo dichiara in una nota Giancarlo Sitra Coordinatore di Futuro a Sinistra verso Sinistra Italiana.
"Delle 135 piattaforme marine esistenti in Italia - prosegue Sitra - quelle che si trovano nelle 12 miglia dalla costa sono 92, di cui solo 48 attive. La maggior parte di queste si trovano nel Sud, con una presenza in Calabria di ben sette piattaforme.La continuazione dell’ attività estrattiva mette a rischio l’intero territorio crotonese: dal rischio di incidenti ambientali e disastri ambientali fino al rischio - terremoti ed all’impatto sulla biodiversità marina.La grave subsidenza della piattaforma continentale a Capo Colonna, la desertificazione dei fondali marini crotonesi prodotta dalla ricerca distruttiva del metano, la fuga dei delfini dal nostro mare non sono che uno esempio dei danni provocati dalle trivelle poste a poche miglia della città."
"E’ possibile nei prossimi anni - conclude la nota - un aumento dei problemi legati al danneggiamento fisico dell’integrità dei fondali, al depauperamento della biodiversità, sia animale che vegetale, e all’introduzione di inquinanti che potrebbero avere effetti anche sulla rete alimentare fino ad arrivare all’uomo. Per estrarre metano si mettono in pericolo le nostre coste, la terra ferma, già ad elevato rischio sismico, la fauna, il turismo, la pesca sostenibile. Le prime vittime innocenti sono già delfini, capodogli, tartarughe, gabbiani e i pesci che popolano i nostri mari."