I genitori sono ritenuti ‘ndranghetisti, il figlio minore viene affidato ad una comunità
Nella giornata di ieri 30 marzo, personale specializzato della Polizia di Stato ed operatori dell’Ufficio Servizio Sociale per i minori del Ministero della Giustizia. hanno eseguito un provvedimento di decadenza dalla responsabilità genitoriale, trasferendo un minorenne, figlio di soggetti ritenuti esponenti di rilievo di una famiglia ‘ndranghetista della provincia di Reggio Calabria, in una struttura comunitaria ubicata al di fuori della regione.
Il provvedimento è stato adottato dal Tribunale per i Minorenni del capoluogo, su richiesta della Procura della Repubblica per i Minorenni e, seguendo una consolidata giurisprudenza, scaturisce dalla prioritaria esigenza di offrire al minore un modello educativo alternativo, diverso da quello fino al momento proposto dagli stretti familiari, che biene considerato "ispirato ai sub-valori della cultura ‘ndranghetista".
La decisione del Tribunale, spiegano gli investigatori, si muove nell’ottica di tutelare il giovane dal rischio concreto di "esposizione a condotte devianti e a un futuro di sofferenza, in cui la carcerazione appare – nella migliore delle ipotesi – come un destino ineluttabile per lo stesso".
Nella struttura comunitaria dove è stato trasferito il minore sarà affidato alle cure e alle attenzioni di operatori professionalmente qualificati a trattare problematiche simili a quelle riscontrate nel giovane.