Cavallaro (Cisal) replica al Presidente della Commissione Sanità Mirabello
"La sterile replica del consigliere regionale del Pd Michele Mirabello all’iniziativa della Cisal di denunciare pubblicamente i guasti e gli atteggiamenti della politica sulla sanità vibonese che sta morendo conferma nella sua sostanza la gravità di una situazione di cui è fortemente responsabile la politica, soprattutto di quella che conta e sceglie". E' quanto scrive Francesco Cavallo della Cisal.
"Dalla sua posizione di presidente della Commissione sanità della Regione Calabria - continua la nota - ci aspettavamo che intervenisse più incisivamente a sostegno della iniziativa assunta dai primari dell’Asp di Vibo Valentia che per domani, lunedì, hanno indetto ed organizzato con il più convinto coinvolgimento di tutte le articolazioni del territorio, e tra esse anche la Cisal, quella che da più parti è stata meglio definita la “marcia dei diritti negati”.
Un’idea di grande intuito organizzativo che tutta la popolazione sembra aver sposato con straordinaria dignità e condivisione avendo capito l’importanza del suo significato che va oltre la necessità di guardare insieme e con più impegno al futuro della comunità.
Un evento che la dice lunga sulla rabbia e la insoddisfazione che gli operatori sanitari e non solo hanno voglia di esprimere, molto eloquentemente e in silenzio, contro la politica che non ha mai saputo interpretare e far propria la disperata condizione in cui versa da almeno un ventennio la sanità pubblica vibonese.
Dove non sono mai stati tenuti in debita considerazione i sacrifici e le difficoltà quotidiane dovute, in via prioritaria ai balletti che si sono susseguiti con l’assurdo andirivieni di commissari alla guida di Palazzo ex Inam, alla carenza organica del personale, alle lacune strutturali che hanno propiziato, alla fine, una serie di criticità che per andare avanti richiedono adeguato spirito di impegno e sempre più responsabile e aggiornata competenza proprio in assenza di un circuito politico che prendesse seriamente a cuore i drammi vissuti dall’intera classe del personale che opera e della popolazione servita.
La “marcia dei diritti negati” dovrà sortire gli effetti che ogni vibonese ritiene più che legittimi.
Ovvero l’immediata convocazione, da parte del Commissario straordinario Massimo Scura, di una autorevole e competente delegazione che consigli il responsabile dell’emergenza sanitaria in Calabria di rivisitare il decreto n.30 assegnando, immediatamente, all’Asp di Vibo Valentia, attraverso una particolare e privilegiata attenzione, gli interventi più adeguati per rendere possibile la ripresa della più adeguata efficienza dei servizi, iniziando a renderla protagonista di un riscatto che gli è dovuto.
I ritoccucci, purtroppo, sono sempre serviti a mettere pezze ma non a risolvere il più complessivo problema che è stato sempre demandato all’incessante abnegazione, soprattutto dei medici, momento guida di tutte le prestazioni sanitarie.
Chi, mesi addietro, ha appreso con evidente attenzione la nomina di Michele Mirabello alla guida della Commissione forse più delicata della struttura regionale ha dovuto, però, fare presto i conti con la ineffabile realtà.
Perchè egli ha subito dimostrato la sua grande ed inevitabile difficoltà nel calarsi in una realtà così ardua e preoccupante al punto che chi si attendeva che promuovesse una adeguata assemblea di esperti della sanità locale, istituzioni e forze rappresentative di ogni settore per compiere una giusta analisi della situazione per poi presentare un conseguente progetto di proposta per il Commissario straordinario per l’emergenza sanitaria regionale Massimo Scura è stato inevitabilmente superato dagli effetti devastanti della obbligatorietà, per il consigliere del Pd, di rispondere, così come si usa fare, alla politica che lo ha “nominato”.
Così mentre Roma conferma nella sua scelta e quindi nella sua competenza specifica Massimo Scura, lui deve assecondare il Presidente della Regione Calabria Mario Oliverio che si è guardato bene, tranne che in campagna elettorale, di incontrare la gente su un problema di così vitale e scottante importanza.
Oggi a Michele Mirabello gli è toccata la difesa d’ufficio, prendendosi in carico, per dovere, Mario Oliverio e Angela Caligiuri. E’ stato delegato a rispondere polemicamente alla Cisal e non a proporre, a dire, nei contenuti, come diventa possibile superare il dramma sanità a Vibo Valentia. Ovvero quello che da mesi si attende la popolazione.
Forse avrebbe fatto bene a spiegare a tutti, perché nessuno lo ha dimenticato a Vibo Valentia e dintorni, perché a Reggio, a Catanzaro, a Cosenza e Crotone sono stati nominati Direttori Generali del luogo e a Vibo Valentia, assurdamente, Angela Caligiuri, scarsa di attinenti esperienze manageriali, proveniente da Savelli, penalizzando un ricco albo di legittimi aspiranti, ma soprattutto creando le condizioni per far sì che prima di capire dove sta seduta ci impiegasse un po’ di tempo e non soltanto per guardarsi attorno.
Le storiche e antiche criticità dell’Asp di Vibo Valentia avrebbero dovuto consigliare a Mario Oliverio di fare molta attenzione sul nome e la competenza da spendere per questo territorio.
Chi doveva avvertirlo ?
Mario Oliverio, forse, potrebbe iniziare a correre ai ripari sostituendo Michele Mirabello con un consigliere regionale dotato di un minimo di cognizione sanitaria e che, nella priorità delle sue scelte, possa pensare di tuffarsi a capo fitto nei meandri della sanità pubblica vibonese alla ricerca delle vere cause dell’attuale disastro sanitario e del sistema più ideale per promuovere un progetto che consenta alla Regione Calabria di non continuare a pensare a soddisfare le sole indicazioni provenienti dai papaveri di Reggio, Catanzaro e Cosenza, ricordandosi che a Vibo Valentia non può campeggiare l’eterna convinzione che l’indifferenza e l’apatia della Regione Calabria continui a mietere disperazione e sconforto".