Protocollo disabili sul lavoro, Fand: “Gravi esclusioni”
Alla Fand regionale – la Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità che solo in Calabria raggruppa 50mila iscritti, tra le varie sigle storiche che la compongono (Anmic, Anmil, Ens, Uici, Unms, Anglat E Arpa) - si respira un’aria di profonda amarezza. E’ l’amarezza di chi, dopo aver speso una vita per la difesa dei diritti delle persone svantaggiate, non è stato messo nelle condizioni di esprimere il proprio parere riguardo alla redazione del protocollo d’intesa relativo all’avviamento di percorsi di formazione e lavoro ex L. 69/99 per le persone con disabilità over 29, siglato il 20 aprile scorso dalla Regione Calabria e dalla Fish(Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) Calabria.
La conferenza stampa - convocata al centro anziani Umberto I di Catanzaro martedì mattina, ed alla quale hanno preso parte Maurizio Simone e Francesco Costantino, rispettivamente presidente e vicepresidente della Fand Calabria; Luigi Cuomo, delegato Anmil regionale; Rosario Lucisano, delegato Amnic regionale e Salvatore Ferragina, delegato dell’Uici di Catanzaro – è stata l’occasione per rimarcare la propria distanza dal protocollo che, così come formulato, merita una più attenta riflessione che tenga conto delle istanze di tutte le persone con disabilità, nessuna esclusa, al fine di garantire un loro serio e corretto inserimento nel mondo del lavoro.
Da una lettura attenta del protocollo (sono due, per la verità: uno operativo per l’inserimento al lavoro dei disabili, l’altro per l’attivazione di percorsi di tirocinio) emerge, infatti, che gli invalidi sul lavoro (che hanno già ottenuto il riconoscimento della propria invalidità da parte di un’apposita commissione dell’Inail), così come gli invalidi per servizio (riconosciuti come tali dagli ospedali militari), sarebbero esclusi dalle opportunità lavorative previste nel protocollo, visto che, all’articolo 4, sono invece le commissioni mediche dell’Asp a provvedere alla redazione del verbale di accertamento dell’invalidità, per giunta “civile” e non sul lavoro.
Ma tali perplessità le aveva ben espresse il presidente regionale della Fand, Maurizio Simone, in risposta alle svariate mail scambiate, sin dal 1° aprile, con l’assessore regionale Federica Roccisano: non solo a nome della Fand aveva fatto rilevare la mancata citazione di norme e contenuti nella bozza del protocollo che gli era stata inviata, ma anche in merito alla copertura economica del protocollo stesso (che solo in seguito ha appreso derivare dal Piano regionale di Garanzia Giovani) aveva chiesto maggiori ragguagli che non gli sono stati poi forniti. Fino a che, in data 15 aprile, non gli è arrivata la convocazione ufficiale per la firma del protocollo, corredata di data (quella del 20 aprile, appunto), ma non di orario. Con la conseguenza che, per la sigla del protocollo stesso, l’assessore si è avvalsa solo della presenza delle rappresentanze della FISH.
“Abbiamo assistito alla stipula di un protocollo che è avvenuta in maniera alquanto frettolosa e che non ha tenuto conto delle linee guida dettate a favore di tutte le categorie svantaggiate – è stato il commento amaro del presidente Simone – Avremmo voluto dire la nostra in merito, ma non siamo stati messi nelle condizioni di farlo. Siamo perciò in attesa di una convocazione ufficiale da parte della Regione Calabria per poter esternare la nostra costernazione, e poter avanzare le nostre proposte a integrazione del protocollo siglato che tengano conto delle migliaia di disabili da noi rappresentate su tutto il territorio regionale”.