Chiusura guardie mediche ore notturne, Donnici scrive a Renzi
“Il servizio di continuità assistenziale (ex guardia medica) rappresenta l’unico presidio sanitario a tutela degli anziani, dei disabili e dei malati cronici nei comuni delle aree interne come Mandatoriccio. Ridimensionandolo il rischio è quello di mettere a repentaglio la vita dei cittadini che distano diversi chilometri dai presidi ospedalieri. Si intaseranno i già molto affollati pronti soccorsi degli ospedali dell’Area Urbana Corigliano-Rossano che già subiscono la notevole domanda proveniente dal Basso e Alto Jonio a causa della chiusura degli ospedali di Cariati e Trebisacce.” È quanto denuncia il Sindaco Angelo Donnici in una lettera trasmessa oggi al Presidente del Consiglio Matteo Renzi facendosi portavoce della preoccupazione di tutta la popolazione per l’ipotesi prospettata dal coordinatore della Struttura Interregionale Sanitari Convenzionati (SISAC) Vincenzo Pomo, così come espresso dall’atto di indirizzo per la medicina generale licenziato dal Comitato di settore che prevede di ridurre a 16 le ore di servizio della guardia medica, interrompendolo di notte (dalle 24 alle 8).
“La riforma – afferma il Sindaco – non serve a migliorare il servizio e non porterà ad alcun risparmio. Al contrario, porterà un aumento dei costi perché le emergenze verranno traslate sui servizi più complessi. Il 118 si troverebbe ad affrontare le visite e prescrizioni per patologie minori oltre che le emergenze di codice rosso. A Mandatoriccio – continua – c’è una situazione già molto difficile perché da oltre un anno continua a mancare un medico di medicina generale: con 2500 residenti ci sono solo due medici invece dei tre per come previsto dalle norme in materia. Così non riusciamo a garantire il diritto alla salute. Invito tutta la cittadinanza – conclude Donnici – a recarsi presso gli uffici comunali-Servizi Sociali per firmare la petizione a sostegno di questa importante battaglia a tutela della fasce più deboli ed a difesa dei diritti sanciti dalla Costituzione Repubblicana.”