Forza Libera Reggio sulla centrale a carbone di Saline Joniche
"Abbiamo atteso tutta la giornata per capire quanti, alla fine, si sarebbero svegliati dal letargo. Effettivamente qualcuno si è strofinato gli occhi colto da chissà quale dolore al cuore leggendo le notizie di ieri mattina. La Sei spa ha vinto il ricorso presso il Consiglio di Stato e tutto ritorna immediatamente a gennaio 2015; momento in cui la società aveva in mano tutte le autorizzazioni necessarie per proseguire con il progetto della centrale a carbone di Saline. Noi abbiamo vissuto un sussulto di gioia, coloro che erano impegnati nel loro sonno d’indifferenza sono stati invece scossi violentemente e ce li immaginiamo mentre esclamano “che nessuno disturbi il nostro riposo”!". Lo scrivono in una nota i componenti di Forza Libera di Reggio Calabria.
"Già, perché Saline era tornata nel dimenticatoio- aggiungono ancora - e gli attimi di notorietà vissuti fino ad oggi sono solo la conseguenza determinata da una società svizzera, un giorno di qualche anno fa, quando decise di far ricadere nel suo territorio un progetto di portata mondiale. La società svizzera però non avrebbe mai potuto immaginare di doversi scontrare, lungo il cammino, con la mentalità gretta e ristretta di una frangia di quella popolazione e di quella classe politica che altro non desiderano di lasciare Saline, e la Calabria intera, nella miseria più misera. La società però non indietreggia, crede profondamente in quel progetto e come diceva Ezra Pound “Se un uomo non è disposto a lottare per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla, o non vale nulla lui.”."
"Assieme alla società, anche tanta gente del posto crede in quel progetto, - si legge ancora - lodato e premiato in tutto il mondo. Solo in Calabria non si riescono ad apprezzare simili opere; per ostacolarle si finge perfino di amarla questa regione…di adorarne il mare e la montagna e di godere dei suoi profumi, che spesso sono olezzi di fogna, ma tanto loro non se ne accorgono…. Molti (apparentemente) si scoprono estimatori di Saline Joniche, dal politichicchio di turno in cerca di consensi, all’ambientalista dell’ultimo momento…tutti insieme appassionatamente. Notizie distorte, allarmismi creati ad arte, interessi personali travestiti da propositi per il bene comune...insomma un repertorio ben organizzato. La Sei spa non molla e cerca di informare il più possibile perché la gente abbia gli strumenti per comprendere che nulla di dannoso produrrebbe l’impianto e che l’area non potrebbe che trarne beneficio. I numeri sono da paura…1.500.000.000 di euro TOTALMENTE privati che sarebbero investiti sul territorio, così come l’occupazione che si creerebbe prima in fase di realizzazione e successivamente quando la centrale entrerebbe a regime. Per non parlare poi delle opere che la società realizzerebbe in favore del territorio."
"Ma i cattivi si sa,- continua la nota - giocano spesso anche di fantasia oltre che di disonestà. Nascono così parchi naturali antropici, bambuseti, accordi con aziende per produrre pannelli fotovoltaici e parchi acquatici…..sì, questi ultimi pieni di scivoli per divertirsi…peccato però che l’unico scivolo che vediamo noi ci farebbe fare un tuffo nel baratro.Effettivamente gli illusionisti fanno i loro numeri finché la Sei è in campo, ma col silenzio della società, Saline tornerà nell’oblio di sempre. Niente più parchi naturali antropici, niente più bambuseti, niente accordi per produrre pannelli fotovoltaici, né tantomeno parchi acquatici con scivoli “roboanti”. I politichicchi sono andati in altri lidi e gli ambientalisti per caso sono tornati a fare quello che facevano prima…niente!Saline abbandonata come sempre….fino ad oggi. La frazione reggina torna ad essere ricordata, ma non temete, non durerà che un attimo… Noi però speriamo che se ne parlerà ogni giorno, che domani si sveglieranno nuovi ambientalisti per caso, che si faranno sentire i soliti politichicchi, perché vorrà dire che si parlerà ancora del progetto Sei e finché se ne parlerà, noi avremo la speranza che la logica potrebbe prevalere sull’irrazionalità, che la voglia di edificare potrebbe dominare quella di demolire e che la Calabria potrebbe rinascere invece di morire!"
"Noi ci vogliamo credere, non vogliamo pensare - concludono - che l’ultimo treno sia passato e non siamo riusciti a salire…ci siamo stancati di sventolare il fazzoletto per salutare chi i treni invece li prende, anche a costo di doverlo fare mentre il treno è in piena corsa."