Altroconsumo: class action contro l’Fca, molti i calabresi che hanno aderito

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Pietro Vitelli, responsabile di Altroconsumo della Calabria rende noto il bilancio sulle adesioni formali alla class action contro FCA (Fiat) ammessa dal Tribunale di Torino e depositate presso la cancelleria nei giorni scorsi. Gli iscritti online all’azione risarcitoria sono stati oltre 27 mila (esattamente 27.789) e le domande formali depositate dai legali di Altroconsumo sono state 21031.

Le domande sono giunte da possessori della Fiat Panda 1.2 benzina da 51 kw provenienti da tutta Italia: in un’analisi per territorio, anche la Calabria ha risposto egregiamente all’appello, fa sapere Vitelli. Alle richieste raccolte dall’organizzazione di consumatori, sin dalla fine del 2014, quando la class action è stata annunciata, si devono aggiungere quelle depositate direttamente dai singoli automobilisti presso la cancelleria nel capoluogo piemontese e di cui il tribunale del capoluogo piemontese ha ritenuto di non comunicare la cifra.

“Oggi - sostiente Vitelli - arrivano nuove evidenze a supporto di quanto scoperto e denunciato da Altroconsumo. L’ICCT, International Council on Clean Transportation, ha condotto uno studio che rafforza quanto già provato da … sui consumi bugiardi di Panda e Golf: l’istituto ha determinato quanto si possa sottostimare il consumo di carburante sui rulli nel ciclo ufficiale di omologazione partendo da dati di attrito alquanto favorevoli. I risultati così costruiti sono poi presentati al consumatore finale via informazioni pubblicitarie e attraverso i concessionari, in tutta Europa”.

“Un’auto - prosegue il rappresentante dei consumatori - ha bisogno di benzina per vincere l’attrito delle gomme e dell’aria, un dato ricavato in modo unilaterale dai produttori e utilizzato per programmare l’attrito dei rulli, influenzando i risultati in modo determinante”. Dallo studio di ICCT, sarebbe risultato che mediamente circa un terzo della differenza tra consumi dichiarati e consumi su strada è dovuta proprio all’utilizzo da parte dei produttori di parametri che non rappresentano verosimilmente la guida nel mondo reale.

“I produttori - conclude Pietro Vitelli - hanno sfruttato lacune nella regolamentazione dei test dai quali si ricavano i dati da applicare sul banco prova dei rulli (cosiddetto coastdown). ICCT ha testato 29 vetture. È risultato che in 19 casi, per i quali è stato possibile ottenere i parametri utilizzati per l’omologazione, questi erano inferiori a quelli reali misurati da ICCT; i consumi in realtà sono mediamente del 7,2% inferiori di quelli che si otterrebbero utilizzando i corretti parametri di coastdown.”