Gioia Tauro. Regione revoca finanziamento per la ristrutturazione di beni confiscati
Revoca e restituzione dei finanziamenti regionali concessi per “la ristrutturazione e adeguamento di un immobile confiscato alla ndrangheta di Gioia Tauro” per un importo complessivo pari a 570 mila euro. Una dura sentenza è giunta dalla Regione Calabria che lo scorso 2 maggio ha pubblicato sul Bollettino Ufficiale (Burc) il decreto (3479 dell’1 aprile 2016) con il quale ha disposto definitivamente la revoca e la restituzione del contributo al Comune di Gioia Tauro per interventi sui beni confiscati.
“Si tratta dell’ennesimo fallimento dell'amministrazione Pedà e del suo assessore ai lavori pubblici Daniele Cutrì, di cui ricordiamo ancora la brutta figura fatta contro il Ministero delle Finanze che gli impugnò innanzi al TAR e gli fece annullare per illegittimità varie le sue modifiche alle tariffe tributi Tari 2015, che perde una somma cospicua necessaria per sistemare un bene confiscato lungo la statale 111, in una zona importante in cui sono presenti molte attività commerciali e le due caserme della Finanza e dei Carabinieri” commenta Renato Bellofiore, capogruppo del movimento Cittadinanza Democratica.
“Un progetto - prosegue Bellofiore - che ha le sue radici negli anni passati, precisamente al 3 novembre 2011, allorquando, nel dare attuazione al Progetto Integrato di Sviluppo Regionale ‘Beni confiscati alla criminalità organizzata’, si procedeva alla stipula della convenzione rep. N. 1804 tra l’amministrazione Bellofiore per il Comune di Gioia Tauro e la Regione Calabria. Nel piano dell’opera erano previsti anche lavori di consolidamento strutturale, di rifacimento della copertura, nonché la collocazione dell’arredamento di un immobile confiscato alla ndrangheta di Gioia Tauro e sito in detto comune lungo la via Nazionale 111 vicino alla caserma della Guardia di Finanza”.
Il problema, secondo il capogruppo di Cittadinanza Democratica sarebbe legato al fatto che dal comune di Gioia Tauro non sarebbe arrivata, nei termini previsti, la documentazione amministrativa, tecnica o contabile che attestasse l’avanzamento dei lavori relativi all'intervento entro i termini utili prescritti per la chiusura del finanziamento Por FESR. “Il tutto - sostiene Bellofiore - nonostante i controlli regionali fatti il 17 settembre 2015 che avrebbero dovuto allertare un’amministrazione attenta e per ultimo la nota nr. 69157/SIAR del 2/3/2016 con la quale si dava comunicazione al sindaco del Comune di Gioia Tauro, Pedà, dell’avvio del procedimento per la revoca, stabilendo il termine di 30 giorni per eventuali osservazioni e controdeduzioni mai arrivate come si legge nel provvedimento di revoca. Per questo il giorno 1 aprile scorso con decreto n. 3479 il dirigente della Regione Calabria ha revocato il finanziamento concesso al Comune di Gioia Tauro revocando e chiedendo la restituzione del contributo di 570 mila euro”.
“Un peccato – prosegue il capogruppo - perché una delle condizioni essenziali affinché possa definitivamente decollare Gioia Tauro era proprio attraverso progetti di rispetto della legalità da attuarsi su immobili confiscati alla criminalità organizzata come simbolo del potere dello Stato che si riappropria e dona alla società civile il frutto illecito dell’attività ndranghetistica, cosa che è venuta meno”.
“Da ormai un anno – aggiunge il rappresentante di CD - il sindaco Pedà ha trasformato la politica gioiese in un grande spettacolo con continui esborsi di soldi pubblici per feste cittadine ed eventi dispendiosi e nel promettere senza mantenere. La città annaspa soffocata dai rifiuti e dalla mancata raccolta differenziata e l'amministrazione fa finta di niente e punta come se nulla fosse sulla costituzione di nuovi comitati ed associazioni per le feste con nuove nomine politiche. Il tutto nella logica del ‘panem et circenses’ alla faccia come sempre dell’ignaro popolo gioiese e di una totale assente ed inesistente opposizione politica e comunale che, a parte una sola eccezione rappresentata da Cittadinanza Democratica, preferisce girarsi dall'altra parte”.
“Senza dimenticare - prosegue - che il Comune rischia di perdere un altro importante finanziamento che è quello relativo ai “contratti di quartiere II” dove dopo tanti sacrifici concretizzatisi nella realizzazione da parte dell’amministrazione Bellofiore di una scuola elementare in Via Asmara laddove prima vi era una zona degradata ed inaccessibile, oggi si rischia a causa dell’inerzia dell’amministrazione di fare un altro ‘buco nell’acqua’. Al di la di tutto rimane l’amarezza per i cittadini di aver perso un finanziamento importante per la realizzazione di un’altra grande opera pubblica iniziata con l’amministrazione Bellofiore e che oggi dopo un anno di nuova amministrazione Pedà è stata vista sfumare”.