Cittanova, successo per “Nessun dorma”
Sabato 14 maggio presso il “Polo della Legalità” a Cittanova si è tenuto un incontro incentrato sulle storie e sulle esperienze di chi opera quotidianamente per costruire una Calabria bella, pulita, libera. L’evento, fortemente voluto dall’Associazione Culturale Officine delle Idee, con il patrocinio del Comune di Cittanova, il Parco Nazionale dell’Aspromonte e l’Associazione Aspromedia, nasce con l’intento di mostrare vicinanza e solidarietà a Giuseppino Bombino, Presidente Parco Nazionale Aspromonte e ad Arturo Walter Scerbo, sindaco di Palizzi - vittime entrambi di ripetuti atti intimidatori ricollegabili agli ambienti mafiosi.
Un evento sulla legalità che non si è svolto sotto il classico profilo convegnistico in cui retorica e autoreferenzialità - molto spesso - la fanno da padrona, bensì come momento di incontro e di condivisione in cui sono stati centrali i racconti di REsistenze calabresi ovvero tutte quelle esperienze positive e importanti di chi opera quotidianamente in maniera onesta per costruire una Calabria bella, pulita e libera.
L’Aspromonte delle REsistenze vuole raccontare l’altra faccia della medaglia di un territorio troppe volte posto in ombra dalle vicende di mafia . Quella faccia scevra da ogni stereotipo, che si vuole mostrare nella sua carica positiva e in cui è fondamentale confidare nel fatto che, per poter cambiare le cose che non ci piacciono, bisogna avere speranza e non rabbia. Un evento celebrativo ma al contempo consapevole, il cui senso dello slogan “Nessun dorma” è finalizzato a non abbassare mai la guardia e a rimanere vigili verso tutte quelle situazioni drammatiche che purtroppo ancora avvengono e attraverso cui bisogna rispondere facendo quadrato non con le parole ma con i fatti.
Ad aprire l’incontro, Antonio Blandi, Presidente Officina delle Idee, il quale chiarisce subito l’intento della giornata: “Con questo evento vogliamo rappresentare l’Aspromonte che vuole andare avanti e non tornare indietro nel tempo, a quando questa terra era riconosciuta solo come luogo tristemente noto per sequestri e ‘ndrangheta. A tutto questo vogliamo dare voce per dimostrare solidarietà e vicinanza alle istituzioni – prosegue Antonio Blandi - e a quanti, ogni giorno, s’impegnano per un Aspromonte e quindi per una Calabria migliore non con un semplice convegno dove elucubrare e perdersi in virtuosismi della parola, ma dando visibilità alle esperienze, alle storie e quindi alle Resistenze. Siamo consapevoli che c’è ancora molta strada da fare per voltare completamente pagina, ma siamo altresì consapevoli che molte cose buone sono state fatte grazie all’impegno di tanti cittadini aspromontani che con il loro operato buono e pulito ogni giorno dimostrano che c’è un Aspromonte che Resiste.”
Una giornata all’insegna delle storie di uomini e di donne che hanno scelto volontariamente di rimanere in Calabria per costruire il loro futuro e quello dei propri figli. Storie come quella di Laura Multari, che con suo marito Antonio manda avanti l’azienda Sapori antichi d’Aspromonte a Canolo, un piccolo paesino posto su di un altopiano dell’hinterland reggino. Dalla loro impresa nascono prodotti autoctoni come salumi, formaggi, ma anche le feste di paese e qualunque altra iniziativa che possa far crescere il territorio. Vittime di un attentato di natura mafiosa, in cui hanno bruciato la loro azienda, i coniugi proseguono inarrestabili nel loro impegno, nei loro sogni e nella loro attività. “Questa giornata è stata fortemente voluta sia da me che da Antonio per testimoniare vicinanza verso tutti quelli che subiscono atti intimidatori solo per aver operato in maniera onesta e coraggiosa. Abbiamo scelto la strada della Resistenza, consapevoli di ciò che comporta anche per i nostri figli che ogni giorno subiscono le conseguenze di una vita da pendolari, percorrendo quasi 30 km per arrivare a scuola. Non vogliamo assolutamente piangerci addosso. E’ una nostra scelta di vita. Purtroppo ad oggi, ciò che manca in questa terra - dal patrimonio meraviglioso - è il dialogo. Sono convinta che iniziative come queste possano aiutarci a costruire quella rete di cui siamo carenti, per far conoscere a tutti chi siamo e ciò facciamo quotidianamente.”
Menia Cutrupi è una start upper reggina fondatrice di “Mammamenia” . Laureata in ingegneria industriale, mamma di due figli, la giovane 32enne inizia a lavora in un’azienda come responsabile sicurezza fino a quando non decide di dare una svolta alla sua vita lasciando l’ufficio per creare il progetto (Mammamenia), dedicato a tutte quelle mamme che come lei hanno difficoltà a coniugare gli impegni lavorativi con la vita familiare. La sua start up vende ‘pacchetti di coccole’: “Offriamo diversi tipi di coccole, (giornate relax in centro benessere, servizi di baby sitting, colazioni, pranzi e cene a tema) momenti in cui le mamme possono staccare dalla routine stressante e pensare un po’ a se stesse.” Figlia dell’imprenditore reggino Andrea Cutrupi che aveva denunciato, fatto arrestare e poi condannare il boss di una delle cosche più potenti di Reggio Calabria, Pasquale Libri, Menia ha dovuto chiudere l’azienda in quanto la Prefettura ha emesso un’interdittiva antimafia perdendo le commesse pubbliche ottenute in gare d’appalto bandite in varie regioni. Nonostante ciò, la giovane mamma start upper è una donna carismatica, che non si lascia abbattere nemmeno dalla sclerosi multipla, malattia da cui è affetta. Attualmente, nonostante debba ripartire da zero, Menia continua a coltivare il suo sogno promuovendo in giro per il territorio una campagna di crowdfunding per la sua start up. “Questa è la mia REsistenza quotidiana, lottare per ciò in cui credo. Ciò che mi da’ la forza di andare avanti sono i miei due figli.”
Ci sono poi le realtà associazionistiche, come l’Associazione Osservatorio ambientale Diritto per la Vita”, che svolgono la loro quotidiana opera di supporto ai cittadini lì dove manca l’azione programmatica delle istituzioni, attraverso indagini cicliche effettuate sulle acque di rete. L’Associazione ha sviluppato un applicativo che permette agli utenti la fruizione di analisi acque – sia di rete sia marittime – visibili sul sito e sull’app mobile creata appositamente. ”Ci hanno sempre detto che le nostre acque erano inquinate a causa degli sversamenti di sostanze tossiche provenienti anche dall’estero. A volte preferiamo rimanere nella nostra paura piuttosto che vedere se quella paura è fondata” – spiega uno dei responsabili Osservatorio Ambientale Diritto per la vita. “Noi abbiamo analizzato alcune delle fontanelle pubbliche sul territorio di Cittanova tra cui la Fontanella Zomaro Acque Bianche in cui abbiamo potuto accertare la potabilità dell’acqua, verificando in laboratorio l’assenza di metalli pesanti o nocivi.”
“Ciò che ci permette di REsistere in un paese come quello che amministro è l’abbattimento dei muri, l’accoglienza e l’apertura verso tutto ciò che può portare cambiamento. Per tale motivo ho aperto le porte di un’ostello della gioventù affinché ognuno possa servirsene per ciò che più gli aggrada a livello personale” – esordisce Arturo Walter Scerbo, sindaco di Palizzi. Il sindaco, nell’agosto del 2015, riceve due lettere di minacce di morte. “Stiamo valorizzando ciò che di buono offre la nostra terra, attraverso laboratori del vino. In pochi sanno che in epoca romana, Palizzi, rinomata per la qualità del vino, riforniva Roma.” “Questa struttura è figlia della REsistenza” – commenta il sindaco di Cittanova, Francesco Cosentino riferendosi al ‘Polo della Legalità’. “In questo comune abbiamo all’attivo più 50 associazioni antiracket, una fiera botanica annuale conosciuta e ormai avviata da quasi otto anni e una stagione teatrale florida. Diversi terreni sono stati confiscati alle mafie e vengono utilizzati per fare ‘ortoterapia’. Nei miei progetti futuri spero di poter investire sulle scuole e sui minori a rischio, per creare cittadini migliori. Tutte queste cose devono renderci orgogliosi e devono permetterci di non abbassare mai la guardia. E’ il simbolo di una volontà forte di rimanere in questa terra.”
Chiude il filone narrativo della giornata Giuseppe Bombino, Presidente Parco Nazionale Aspromonte, vittima di ripetute intimidazioni nell’arco degli ultimi due anni. “E’ vero che a Reggio Calabria c’è la ‘ndragheta. Ma è anche vero che più si dilata un fenomeno, più avrà spazio e modo di esistere. Mentre se lo si confina, si ha modo di relegarlo in un angolino. Qual è l’Aspromonte che vogliamo raccontare? Quanto dura lo stigma e il peccato di una terra? Per quanto ancora bisogna pagare le conseguenze di fatti appartenenti ormai al passato? Credo che dobbiamo buttarci alle spalle le drammatiche vicende dell’Aspromonte; preferirei che venisse dimenticato, piuttosto che sentirlo narrare per bocca altrui solo sulla scia di vicende oscure. Ora è tempo di andare avanti, resistere e persistere.”