Asp. Sindaci della Locride contro l’Atto aziendale: mortifica e penalizza il territorio
I sindaci della Locride si sono riuniti stamani presso la sala del Consiglio comunale di Locri insieme ai sindacati per discutere di sanità locale ed al termine dell’incontro hanno redatto un documento indirizzato al presidente della Regione, al Commissario al piano di rientro ed alla direzione aziendale dell’Asp reggina.
Preso atto della convocazione della Commissione straordinaria dell’ASP di Reggio Calabria prevista per domani, lunedì 23, nella missiva i primi cittadini si richiamano alle comunicazioni inoltrate alla Commissione e con le quali avevano già espresso, insieme alla Sigle, la loro netta contrarietà all’Atto Aziendale che è ad oggetto della convocazione.
Atto che, secondo i sindaci, scaturisce “dalla formalizzazione di un procedimento amministrativo nato e proseguito illegittimamente per intervenuta scadenza dell’incarico commissariale; non corrispondenza ai dettami della normativa vigente che impone la preventiva e tassativa trasmissione alla Conferenza dei Sindaci ed alle organizzazioni sindacali per le opportune modifiche, alle associazioni di volontariato presenti sul territorio per opportuna conoscenza”.
I sindaci del territorio, in quanto tutori, garanti e responsabili della salute dei cittadini che rappresentano, si presentano dunque a cittadini ed organi regionali di gestione e valutazione “con l’obiettivo di fare fronte comune” contro il nuovo Atto che, affermano “mortifica e penalizza la sanità del territorio”.
Il mancato coinvolgimento dei sindaci fin dalle prime fasi di elaborazione del nuovo Atto Aziendale, fanno notare ancora i primi cittadini della Locride, ha portato ad un documento ritenuto dagli stessi “carente sul piano della organizzazione sanitaria del territorio provinciale, che non garantisce i minimi livelli essenziali di assistenza e che, visti i tempi tecnici per presentare le numerose modifiche di cui necessita, penalizza notevolmente l’intero territorio provinciale ma in modo particolare l’area ionica meridionale”.
Un Atto aziendale che a loro dire “non tiene nella dovuta considerazione la gravissima e sconosciuta situazione debitoria finanziaria ed il regime di austerità imposto dal piano di rientro regionale del debito sanitario per la mancata predisposizione di un idoneo piano di riorganizzazione dei servizi sanitari ed amministrativi derivanti, soprattutto, dall’accorpamento ‘virtuale’ delle tre ex aziende sanitarie della provincia”.
Continua il documento: “ciò avrebbe potuto garantire, attraverso una efficace opera di razionalizzazione delle risorse umane e strutturali il ‘decentramento’ delle strutture di governo e aree di esercizio dirigenziali, anche con funzioni di Staff alla Direzione generale, la localizzazione di strutture direttive in spazi dell’Azienda ormai desertificati per mancanza di personale e resi certamente disponibili in conseguenza della disattivazione e smantellamento di servizi, senza alcun costo per l’Azienda, favorendo il risparmio necessario per un vero risanamento delle casse aziendali”.
Dati tutti questi presupposti i primi cittadini della Locride hanno deciso e fanno sapere che non parteciperanno alla riunione indetta lunedì chiedendo contestualmente un incontro urgente al Presidente Oliverio per consentire loro di esporre le gravi problematiche che attanagliano la sanità nella zona.
Infine fanno rilevare che “trattandosi di un Atto di organizzazione aziendale prodotto da una Commissione straordinaria, bisogna tenere nella dovuta considerazione, per come su preannunciato, il concetto di legittimazione delle procedure amministrative in analogia a quanto verificatosi per il precedente Commissario straordinario dell’ASP di Reggio Calabria, per come risulta dalla deliberazione n.66/2015 dell’ANAC”.
Alla luce anche della normativa sulle prerogative relative ad organismi sottoposti a regime di prorogatio, ai sindaci appare palese che gli interventi sull’Atto, “oltre che tardivi”, sarebbero “inutili e inopportuni, in quanto prodotti da un organo non titolato a produrre atti di organizzazione e di servizi, che certamente impegneranno l’Azienda dal punto di vista finanziario determinando, quindi, responsabilità erariali conseguenti, a cui certamente gli organi di controllo preposti faranno riferimento nel momento dell’accertamento di eventuali responsabilità anche di natura penale”.
In conclusione, i sindaci, preso atto anche della bocciatura - nell’ultima riunione del Tavolo Adduce del 19 aprile - dei commissariamenti disposti dalla Giunta regionale, dichiarano il loro parere negativo all’atto aziendale così come proposto chiedendo che venga rinviato “per l’opportuna valutazione e stesura” alla prossima nomina di un vertice aziendale “che – sostengono - veda responsabilmente assegnato un direttore generale all’ASP di Reggio Calabria, coadiuvato da un direttore sanitario e da un direttore amministrativo, che abbia del mandato in linea con la programmazione regionale e con il programma operativo, come previsto dalla normativa vigente”.
Il documento redatto è stato condiviso dalle organizzazioni sindacali presenti, UIL, CGIL e FSI e sottoscritto, in particolare, dai sindaci Locri, Siderno, Bianco, Ardore, Brancaleone, Roccella Ionica, Sant’Agata del Bianco, Agnana, Careri, Caulonia, Monasterace, Casignana, Benestare, Caraffa del Bianco, Ciminà, Bruzzano, Samo, Bivongi, Staiti, Stilo, Portigliola, Antonimina, Sant’Ilario, Pazzano, Placanica, Ferruzzano, Riace e Stignano.