Fermati i due presunti scafisti dell’imbarcazione naufragata nel canale di Sicilia
La Squadra Mobile di Reggio Calabria, con l'ausilio della scientifica, ha individuato i due presunti scafisti dell'imbarcazione carica di migranti naufragata nel canale di Sicilia provocando la morte di almeno 45 persone. I due sono stati sottoposti a fermo dalla Polizia di Stato dopo lo sbarco dei superstiti avvenuto ieri nel porto di Reggio Calabria. Le vittime sono 36 donne, sei uomini e tre bimbi con età compresa da sei mesi a due anni. Tra i sopravvissuti ci sono 419 uomini, 138 donne e 72 minori di varia nazionalità.
I fermati sono: Abdelfatah Azridah, marocchino di 34 anni, e Omar Torki, siriano di 30. Ai due uomini fermati, oltre ai reati di associazione per delinquere finalizzata all'immigrazione clandestina, e al reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, viene anche contestato, per la prima volta a Reggio Calabria, il reato di naufragio, poiché l'imbarcazione si sarebbe inabissata.
Dalla prima ricostruzione dei fatti effettuata dagli investigatori della Squadra Mobile è emerso che il barcone sul quale viaggiavano i migranti, partito da una località libica nelle prossimità di Sabratha, era oltremodo sovraffollato sia nella stiva che nella parte superiore del natante, caratterizzato da precarie condizioni di navigabilità, vecchio, fatiscente, privo di alcuna dotazione di bordo per l’incolumità dei migranti.
Dopo poche ore di navigazioni – secondo il drammatico racconto dei migranti - il barcone ha iniziato ad imbarcare acqua dalla parte inferiore dove si era aperta una falla, rivelatasi tragicamente fatale. Da lì, infatti, è entrata molta acqua e in pochi minuti il natante si è inabissato non lasciando scampo alcuno a molti migranti che erano nella stiva e a quelli che non sapevano nuotare.
Le progressioni investigative hanno permesso di individuare e fermare due degli scafisti che hanno governato il barcone condotto da un sudanese deceduto durante il naufragio. I due fermati si sarebbero occupati materialmente della conduzione dell’imbarcazione, della manutenzione dei motori, della distribuzione di pochi viveri ai profughi.
La Squadra Mobile effettuerà mirati accertamenti al fine di procedere al riconoscimento delle salme che saranno sottoposte ad esame necroscopico da parte dei medici legali con l’ausilio del personale del Gabinetto Regionale di polizia Scientifica di Reggio Calabria.
Intanto proseguono le indagini per l’identificazione degli organizzatori, dei finanziatori e degli altri complici del traffico di esseri umani.
(Aggiornata alle 14:44)