Gioia Tauro. Rifiuti bruciati sulla spiaggia, CD: intervengano Comune e istituzioni
Rifiuti e detriti ammucchiati alla luce del sole dove viene bruciato di tutto: plastica, gomme, addirittura cerchioni d'auto e, poi, i resti coperti con la sabbia. È quello che sta accadendo a Gioia Tauro, nel reggino, sulla libera spiaggia comunale a fianco del passeggio sul lungomare. Un fatto che non sarebbe isolato: da giorni, denunciano dal Movimento Cittadinanza Democratica “questi atti pericolosi per la salute dei cittadini si ripetono”. “Come mai nessuna Istituzione interviene?” si chiedono dal Movimento aggiungendo che “è ormai noto a tutti che bruciare legname umido, sporco, intriso di sale, gomme d'auto e persino cerchioni è il modo più efficace per produrre diossine ed idrocarburi policiclici aromatici, destinati a contaminare le spiagge, il mare, la catena alimentare”.
“Numerosi studi – proseguono da Cd - hanno stimato la quantità di inquinanti che si liberano in atmosfera quando si pensa di togliersi un problema di rifiuti con il fuoco. Tutti questi studi concludono che, operando in questo modo, si creano sempre nuovi problemi, più gravi e subdoli del primo. Al posto del problema di ingombro, sgradevole da vedersi ci si ritrova certamente con un invisibile e pesante inquinamento dell'aria, del suolo, del mare, del pesce. Visto che Il Ministero dell'ambiente ha confermato il divieto dei roghi sulle spiagge – concludono dal Movimento - sarebbe auspicabile, oltre che necessario, un intervento del Comune o delle altre Istituzioni competenti”.