Crisi politica al Comune di Morano Calabro: Berardi scrive al sindaco

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Roberto Berardi

Illustrissimo Signor Sindaco sento il bisogno di scrivere queste poche righe per rammentarLe che lei è stato eletto dal popolo di Morano con circa il 32,86 % degli elettori votanti ed è fuor di dubbio che la legge Le consente di governare il nostro borgo. – Lo scrive Il Consigliere Comunale di Morano Calabro Roberto Berardi - I sopra citati consensi sono stati ottenuti dal programma proposto agli elettori e dai componenti che hanno caratterizzato la lista L’Olmo. La convergenza programmi - consiglieri rappresenta il popolo che l’ha votata. Per governare il comune è necessario tener conto delle esigenze dell’intera popolazione di Morano e quindi anche dei loro rappresentanti che siedono tra gli scanni dell’opposizione attraverso un dialogo continuo e costante ognuno nel rispetto dei ruoli assegnati dal popolo sovrano. Governare senza tenere conto dei reali problemi della popolazione espressi anche dalle minoranze non è condiviso da alcuni consiglieri dell’Olmo. Governare con il consenso soltanto di una parte dei consiglieri eletti nella lista dell’Olmo dovrebbe farle riflettere sull’esistenza di problemi politici che non possono né devono essere soppressi e taciuti. Governare imponendo soluzioni personalistiche e pretendendo che tutti zittiscono e dicono di signor Si non è attuabile né proponibile in quanto trasgredisce le regole della partecipazione e condivisione. Su questi principi noi “ defenestrati e non” non siamo né saremo mai d’accordo.

Provo vergogna nel leggere le analisi del capogruppo consiliare Anele che trattando della crisi politica-amministrativa in atto, da un lato accusa le “opposizioni interne”, se così si possono chiamare, di protagonismo e di attaccamento alla poltrona alla maniera della vecchia politica e dall’altro candidamente ammette di aver svolto un ruolo tecnico-politico nella gestione dei PRU probabilmente ampliando i dubbi su possibili conflitti d’interesse tra l’altro scaturenti da quella vecchia e nuova politica che lei stessa condanna e dalla quale sembrerebbe aver avuto imprecisati privilegi. Sentendomi direttamente chiamato in causa allorquando si afferma che sarebbe stato doveroso dare la massima collaborazione e non arroccarsi su posizioni di separatezza di ruoli o prevaricazioni, ho la necessità di precisare che la mistificazione tecnica-politica della realtà ha prodotto risultati poco qualitativi che sono sotto gli occhi di tutti. Cito ad esempio inizi di frane del manto stradale sui lavori di ammodernamento viabilità collegamento est Cappuccini, le numerose varianti in corso d’opera attuate rispetto alla progettazione originale e non di meno gli innumerevoli disagi causati alla cittadinanza interessata dai lavori del PRU. Tengo a precisare all’architetto Anele che nel nostro Paese, fortunatamente, non si sono mai verificati atti che potrebbero ricollegarsi al malaffare mafioso e clientelare. Relativamente alle mani in pasta non capisco ha chi lei volesse riferirsi ma sono certo non ha chi ha speso più di 30 anni al servizio della collettività moranese così come abbiamo avuto modo di poter rilevare finanche in un manifestino apparso nei giorni scorsi e che invito a leggere.

Illustrissimo Signor Sindaco - conclude Berardi - penso sia giunto il momento di fare una piccola autocritica, partendo dall’umiltà che ha caratterizzato una parte della sua vita ed in special modo quella trascorsa tra i vicoli del rione “San Nicola”, per dirLe che nel momento in cui si perde anche la maggioranza numerica rispetto ad altre liste scendendo in percentuale al 26,99%, i difensori degli umili e degli emarginati con dignità e rispetto ristabiliscono i principi di democrazia e partecipazione. Se ciò non è possibile ridia la parola agli elettori di Morano dimettendosi!