Quattro arresti dei carabinieri del comando provinciale di Reggio
Quattro arresti dei carabinieri del comando provinciale di Reggio. Ieri a Sant’Eufemia d’Aspromonte, i militari della locale Stazione hanno tratto in arresto T.A., di 80 anni, per i reati di detenzione abusiva di armi e detenzione di arma clandestina. Nel corso di una perquisizione domiciliare è stata ritrovata una pistola semiautomatica cal. 6,35 con matricola abrasa e circa 90 proiettili di vario calibro illecitamente detenuti.
Sempre ieri, a Reggio Calabria, i Carabinieri della Stazione di Rosario Valanidi hanno tratto in arresto Antonino Siclari, 69enne di Ravagnese, località Trunca, già noto alle forze dell'ordine, per i reati di favoreggiamento personale e procurata inosservanza della pena, in ottemperanza all’ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale della Repubblica. L'uomo deve scontare la pena definitiva di tre anni, quattro mesi e 5 giorni di reclusione per fatti commessi in a Reggio fino a febbraio 2004, ovvero per aver favorito la latitanza dello storico reggente della omonima cosca di ‘Ndrangheta, Giuseppe Morabito alias “u tiradrittu”.
Sempre nel capoluogo, i Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile hanno tratto in arresto F.T., rumeno di 47 anni già noto alle forze dell'ordine, per il reato di atti persecutori ed in esecuzione al provvedimento di applicazione della misura cautela in carcere emesso dal Gip che ha concordato con le risultanze investigative emerse nel corso dell’indagine condotta dai militari e che avrebbe consentito di raccogliere gravi e concordanti indizi di colpevolezza a carico dell'uomo, accusato di aver (con condotte reiterate dal settembre 2015 a fine febbraio 2016) minacciato di morte e molestato la sua ex convivente rumena, in modo da cagionarle un perdurante stato d’ansia e di paura e da ingenerare in lei un fondato timore per la sua incolumità.
Infine, a Montebello Jonico, i Carabinieri della locale Stazione hanno tratto in arresto S.N., 52enne di Saline, per il reato di furto aggravato. Nel corso di un controllo, è stato accertato dai militari che l'uomo aveva posizionato sul misuratore di energia elettrica dell’Enel, che alimentava due capannoni industriali di sua proprietà, un magnete che modificava il funzionamento del misuratore, alterandone i consumi con un abbattimento del’92%, per un danno stimato dalla società erogatrice di 50.000 euro.